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Vergarolla, ovvero la strage dimenticata

Una raccolta fondi per realizzare un documentario che ne conservi la memoria

Vergarolla, ovvero la strage dimenticata

La Strage di Vergarolla è una strage dimenticata, perduta nell’oblio. Il 18 agosto 1946 sulla spiaggia della località istriana si sarebbero dovute tenere le tradizionali gare natatorie della Coppa Scarioni, organizzate dalla società “Pietas Julia”. Intento dell’evento era quello di mantenere un collegamento con il resto d'Italia, per questo  il quotidiano cittadino «L’Arena di Pola» la pubblicizzò come una sorta di manifestazione di italianità.

 

La spiaggia era gremita di bagnanti, tra cui molti bambini. Ai bordi dell’arenile, purtroppo, erano state accatastate oltre nove tonnellate di mine antisbarco, residuati dell’appena terminata Seconda Guerra mondiale, ritenute inerti in seguito all'asportazione dei detonatori. Alle 14.15 un devastante e improvviso boato di quelle mine “inerti” causò la morte di parecchie decine di persone, alcune delle quali rimasero schiacciate dal crollo dell’edificio della “Pietas Julia”. Altre vittime vennero letteralmente “polverizzate” e, anche per questo motivo, mai si riuscì a definire il numero esatto dei morti, stimati tra gli 80 e i 100.

Per dare una spiegazione tecnica a quell’assurdo massacro di innocenti, immediatamente dopo si fece strada una doppia ipotesi: la strage era frutto di una tragica fatalità causata dalla detonazione innescata o dal gran caldo, o da fornelli da campo posti eccessivamente vicini alle mine, o da un urto incauto,… oppure si era trattato di un attentato premeditato, volto a radicalizzare la tensione anti-italiana a Pola.

I risultati delle indagini dell'epoca, insieme alla recente desecretazione di alcuni documenti del Public Record Office inglese (Kew Gardens, Londra), tendono a far propendere le ultime ricostruzioni storiografiche a favore dell'ipotesi dolosa.

Certo è che la popolazione italiana di Pola si trovò di fronte a un’alternativa: restare nella propria città in balia di un potere che non offriva alcuna garanzia sul piano della sicurezza, né su quello della libera espressione del proprio sentire nazionale e politico, oppure abbandonare tutto per prendere la via dell'esilio. In generale la Strage di Vergarolla venne dai più ritenuta come un punto di svolta. Da quel momento anche gli incerti si convinsero che, alla partenza degli alleati, la loro permanenza sarebbe risultata pericolosa, oltre che impossibile.

Ancora oggi quella strage resta senza un colpevole o un mandante. Mai alcun processo infatti è stato celebrato per definire la natura e le responsabilità di quello che oggettivamente può essere considerato uno dei più gravi attentati della storia dell'Italia repubblicana.

 

Con l’approssimarsi del 70° anniversario della Strage di Vergarolla (Pola), Alessandro Quadretti, figlio di un esule polesano e nipote di un infoibato, e lo storico Domenico Guzzo hanno deciso di raccontarne la storia per andare oltre gli steccati ideologici che l’hanno resa indicibile, scomoda, sacrificabile. La realizzazione di un documentario sarà l’occasione per riaccendere l’attenzione del grande pubblico su questa vicenda, troppo a lungo taciuta, che resta determinante per comprendere il complesso fenomeno dell’esodo Istriano.

 

In concomitanza con la data simbolica del 10 febbraio – il Giorno del Ricordo che commemora le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata – è stato lanciato un appello per il crowdfunding (raccolta fondi dal "basso", ovvero piccoli contributi privati, a partire da 5 o 10 euro in cambio di una ricompensa) da destinare alla realizzazione di un documentario che verrà prodotto da Officinemedia Soc. Coop.

Il documentario “L’ultima spiaggia. Pola fra la strage di Vergarolla e l’esodo”, è in parte sostenuto da fondi ministeriali ottenuti specificamente dalle Associazioni degli esuli e dal Libero Comune di Pola in Esilio.

 

Chi fosse interessato a contribuire alla sua realizzazione può trovare una breve presentazione del progetto al link: 

www.produzionidalbasso.com/project/lultima-spiaggia-pola-fra-la-strage-di-vergarolla-e-lesodo/

 

È altresì possibile contattare direttamente Officinemedia, scrivendo a info@officinemedia.it o chiamando il numero di cellulare 380 3560785. 

La raccolta fondi sarà aperta fino al 20 maggio. I fondi raccolti verranno utilizzati per finanziare la scrittura, la produzione, la post-produzione e la colonna sonora del documentario.

 

Alessandro Quadretti (Forlì 1974), si laurea in Storia Contemporanea all’Università di Bologna nel 2001. L’anno successivo inizia il corso biennale di regia della Scuola di Cinema Televisione e Nuovi Media di Milano, diplomandosi nel giugno 2004. È regista, operatore di ripresa, montatore e docente di storia e linguaggio del cinema. Ha diretto diversi lungometraggi documentari, tra cui “La saponificatrice. Vita di Leonarda Cianciulli” (2009), “4 agosto ‘74. Italicus, la strage dimenticata” (2011), “Khalsa. I Sikh in italia dal 1944 a oggi” (2013), “Wolny. Il 2° Corpo d’Armata Polacco nella Liberazione d’Italia” (2014).

Domenico Guzzo (Losanna, 1982), condirettore dell'Istituto per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea di Forlì, porta avanti una ricerca sulla “dimensione metropolitana della violenza politica a Roma fra il 1966 e il 1982” per l’Università Pierre Mendès-France – Grenoble II e l’Università degli studi di Siena. In qualità di storico del Novecento italiano e di documentarista, è docente in master e seminari.  Già collaboratore dell’Istituto Cinecittà-Luce di Roma, è oggi consulente scientifico della Fondazione Roberto Ruffilli di Forlì, dell’Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Forlì e della CGIL di Forlì-Cesena. E’ autore di una monografia “La morte fra la Piazza e la Stazione. Storia e Cultura Politica del terrorismo in Italia negli anni ‘70” (2008), co-autore del documentario “4 agosto ‘74. Italicus, la strage dimenticata” (2011), nonché di saggi in opere collettanee, di articoli scientifici su riviste francesi, svizzere e italiane.

 

Entrambi gli autori sono soci della cooperativa Officinemedia che produrrà il documentario.


Marco Viroli

venerdì 20 febbraio 2015