Diogene Annunci Economici

Cosa cerchi?

mentelocale - Diogene Annunci Economici Forlì

Massimo Previato racconta la storia di Tonino Spazzoli

Nel suo ultimo libro “Una vita sul crinale”

Massimo Previato racconta la storia di Tonino Spazzoli

Con l’avvicinarsi del 71° anniversario della Liberazione di Forlì da parte degli Alleati mentelocale suggerisce la lettura di “Una vita sul crinale”, l’interessante volume pubblicato pochi mesi fa dal giornalista Massimo Previato per i tipi di Raffaelli Editore.

 

“Una vita sul crinale” racconta la storia di Tonino Spazzoli, un partigiano con tre doti non comuni: coraggio, audacia e generosità. Dopo aver combattuto negli arditi durante la Grande Guerra, abbracciò la causa della Resistenza, combattendo le forze nazifascisti. Il suo impegno a favore di tante persone, rischiando la propria vita, è diventato quasi una leggenda. Il culmine Spazzoli lo raggiunse con il salvataggio dei generali inglesi e di altri militari alleati che erano fuggiti dopo l'8 settembre 1943, trovandosi braccati dalle forze nemiche. 

Poco incline alla vita di partito, abituato ad agire anche in condizioni estreme, ma soprattutto disposto a tutto per la causa della Repubblica, Tonino Spazzoli vive ancora nei cuori della gente. Oggi, in una società votata all'egoismo, dove gli interessi personali prevalgono sulle cause comuni, la storia di "Franco", questo era il suo nome di battaglia, ci racconta le vicende di tanti uomini come lui, che hanno combattuto per gli ideali e i valori della libertà. 

Nel suo libro Previato focalizza i fatti del Ventennio, durante il quale le popolazioni dell'Appennino Romagnolo pagarono un tributo di sangue molto alto. Tante storie personali, tanti eroismi, tanti episodi ancora sconosciuti, si intrecciano con il fermento libertario di Tonino. Il  libro trae spunto dai molteplici rapporti allacciati dal protagonista, per narrare una pagina della Resistenza molto amara, ove si fronteggiarono giovani che avevano fatto scelte diverse: chi indossando la camicia nera, chi salendo in montagna, chi continuando a lavorare nel proprio podere, non senza rinunciare al sacrificio per la causa partigiana. Sullo sfondo il dramma della guerra, con i bombardamenti, le carestie, le stragi di innocenti e tante famiglie che soffrono. 

Tonino voleva aiutare tutti, si danna per costituire l'ULI, cerca di far valere i valori Mazziniani, promuove Radio Zella. Ma lo colpisce la tragedia del fratello Arturo, preannunciando un epilogo che lo travolgerà, non senza mettere in mostra la forte matrice umanitaria. Tonino lascia un'eredità pesante, di cui "Una vita sul crinale" intende mettere in risalto i forti connotati di sacrificio ed etica morale. Ma accanto a lui, in un mondo arcaico dove il tempo pare essersi fermato, emergono i miti della civiltà contadina. Solo i montanari possono accendere un fuoco, non solo del focolare ma anche della speranza, che finalmente ci fa sentire tutti uguali.

 

ANTONIO “TONINO” SPAZZOLI da “I GIORNI CHE SCONVOLSERO FORLÌ”

di MARCO VIROLI  e GABRIELE ZELLI  (Ponte Vecchio, Cesena 2014)

«Con la discesa delle truppe tedesche in Italia, dopo l'8 settembre 1943, cominciò per noi un vero calvario. Agli albori della primavera 1944 avemmo l'incarcerazione di tantissimi innocenti, tra cui molti sacerdoti, tutti responsabili di soli atti di carità (...). Fu poi la volta di Tonino Spazzoli, capo del movimento di Liberazione di cui si dice che si sia mangiato, prima dell’arresto, un documento importante, contenente i nomi di gran parte degli appartenenti. Furono pure incarcerate con lui, la sorella e la nipote che più tardi vennero deportate in Germania. Il povero Tonino doveva stare chiuso in cella ammanettato, senza sedersi né sdraiarsi, senza bere e senza mangiare fino a che non si fosse deciso a rivelare tutto e tutti. Era sorvegliato da due militi, alla sua cella era vietato avvicinarsi. Solo un detenuto venne adibito alle pulizie con l'incarico di ritirare il “vaso”. I vasi erano molto alti, molto capaci, ed il detenuto due volte al giorno ritirava quello di Tonino per pulirlo e poi riportarlo. Quel vaso divenne l'unico mezzo per passare nutrimento e fare da collegamento fra noi e lui. Due volte al giorno preparavamo dei cordiali: due uova sbattute in brodo ristretto che la famiglia ci procurava col solito sistema. Mettevamo il cordiale in una bottiglia che facevamo sparire dentro la camicia del detenuto addetto il quale bussava alla nostra porta, con la scusa di portare roba occorrente. Prendeva poi il vaso per pulirlo e quindi introduceva la bottiglia riportando tutto in cella. Spazzoli appena richiusa la porta, aiutandosi con le mani ammanettate, estraeva la bottiglia, toglieva il tappo con i denti, quindi beveva tutto il contenuto rimettendo il vuoto. Con lo stesso sistema mandavamo i farmaci per tenerlo su, in maniera che nutrito e curato, trovasse forza per resistere e tacere. Così per molti giorni che sembrarono anni. Il detenuto quando veniva a prendere e riportare la bottiglia ci diceva: Sorelle noi moriremo tutti e quattro insieme! E per miracolo sfuggimmo a questa morte! Intanto, nonostante le terribili battiture, Tonino rimaneva di sasso. Il giorno che fu accompagnato a vedere suo fratello Arturo, fucilato e impiccato in piazza Saffi, allorché gli intimarono di parlare per non fare la stessa fine, con fermezza dichiarò di non aver nulla da dire. A notte dello stesso giorno fu prelevato ed ucciso nei pressi di Coccolia. I nostri sacrifici non valsero a salvarlo!».

 

Per delineare la figura di Antonio "Tonino" Spazzoli (1899 - 1944) potrebbe essere sufficiente questa testimonianza tratta dal diario di Suor Pierina Silvietti, madre superiore delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, in servizio presso il carcere di Forlì dal 1941 per assistere le detenute. Ma sarebbe ingiustamente taciuto qualsiasi riferimento a una vita piena e complessa che lo mise in evidenza in città sin dal 1921, quando a 22 anni divenne segretario del Comitato Circondariale Giovanile Repubblicano. Fu poi un convinto interventista e volontario partecipando al conflitto contro l'Austria guadagnandosi una medaglia di bronzo e tre croci di guerra; esperienza che lo portò a diventare ammiratore di Mussolini, al cui quotidiano «Il Popolo d'Italia» inviò corrispondenze da Forlì, nel 1917. Partecipò poi, insieme a un gruppo di giovani forlivesi, al famoso comizio di piazza Belgioioso a Milano dove Mussolini sottolineò posizioni repubblicaneggianti e rivoluzionarie, antisocialiste e anticlericali. Così come prese parte alla liberazione di Fiume guidata da Gabriele D'Annunzio e alla costituzione delle avanguardie repubblicane a Forlì. 

Con la Marcia su Roma, in un momento in cui ci fu un riavvicinamento degli ex combattenti in gran parte repubblicani verso Mussolini, per le sue dichiarazioni antimonarchiche, Spazzoli si pose al comando di arditi e legionari fiumani col compito, una volta che lo stesso Mussolini avesse instaurato la Repubblica come era nelle previsioni, di occupare la caserma dei carabinieri di corso Mazzini. Furono sufficienti poche ore per capire che le promesse repubblicane non avevano nessun fondamento, tanto è vero che, proprio a Forlì, pochissimi giorni dopo, le squadre fasciste cacciarono via dal Comune il sindaco, Giuseppe Gaudenzi e la giunta repubblicana liberamente eletta. 

Spazzoli diventò allora più che mai attivo nella lotta antifascista e nell'organizzazione degli ex combattenti del movimento “Italia libera”. Dopo l'8 settembre 1943 fu uno dei più prestigiosi e autorevoli capi della Resistenza nel forlivese e in Romagna, fra i principali animatori della liberazione di ex prigionieri alleati (…).


Marco Viroli

domenica 18 ottobre 2015