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Difendiamo l’allegria come una trincea contro chi semina odio e terrore

Difendiamo l’allegria come una trincea contro chi semina odio e terrore

Il 2015 è stato indubbiamente un anno complicato. Un anno che per certi versi ci ha colto impreparati e che ha avuto Parigi come protagonista, suo malgrado, a partire dalla strage del 7 gennaio alla redazione di Charlie Hebdo per finire con quel drammatico venerdì 13 novembre e la mattanza del Bataclan. Un anno in cui le frontiere di molti Paesi europei si sono chiuse e il trattato di Schengen è stato messo in discussione, se non esplicitamente ignorato. Un anno in cui sono aumentate le morti in mare di tante persone disperate (e tra loro, ciò che è peggio, decine e decine di bambini) che si sono imbarcate sulle “carrette del mare” per attraversare il Mediterraneo e sfuggire alla miseria e alla guerra. 

 

Quello che ci si augura per il 2016 è che sulle teste dei potenti della terra scenda l’illuminazione che possa portarli a risolvere le tante, troppe crisi cosiddette “regionali” che stanno dando vita a una terza guerra mondiale “diffusa”, come l’ha giustamente definita papa Francesco.

 

Per l’Europa il 2016 sarà un altro anno di esami, a partire dal referendum che si terrà in Gran Bretagna per stabilire la permanenza o meno del Regno Unito all’interno dell’Unione Europea.

A rallegrare in parte il 2016 ci saranno i grandi avvenimenti sportivi che, oltre allo svolgimento delle consuete manifestazioni, vedranno lo svolgimento della quindicesima edizione del Campionato Europeo di Calcio, che si disputerà in Francia dal 10 giugno al 10 luglio, e dei Giochi della XXXI Olimpiade, che si terranno in Brasile dal 5 al 21 agosto.

Inoltre nell'anno che si è appena aperto si svolgerà il maggior percorso del Giubileo della Misericordia, iniziato a dicembre dello scorso anno, evento voluto da papa Francesco che porterà milioni di fedeli a Roma e in Italia.

 

I nodi cruciali che il nostro Paese dovrà affrontare a partire dai prossimi mesi sono stati ben evidenziati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo primo discorso di fine anno. Il lavoro innanzitutto che, nonostante la timida ripresa dell’occupazione, manca ancora a troppi giovani “che si sono preparati, hanno studiato, posseggono talenti e capacità e vorrebbero contribuire alla crescita del nostro Paese, senza dimenticare i “quarantenni e cinquantenni, che il lavoro lo hanno perduto, che faticano a trovarne un altro e che vivono con la preoccupazione dell'avvenire della propria famiglia”. Mattarella ha evidenziato il permanere del problema dell'occupazione femminile e dell’endemica mancanza di lavoro nel Mezzogiorno. Per superare questo stato di cose sarà necessario continuare a investire nell'innovazione, “una sfida che riguarda tutti”. “Un elemento che ostacola le prospettive di crescita – ha proseguito Mattarella – è rappresentato dall'evasione fiscale che nel 2015 è stata stimata in circa 122 miliardi di euro, ovvero 7 punti e mezzo di PIL. “Dimezzando l'evasione si potrebbero creare oltre trecentomila posti di lavoro: gli evasori danneggiano la comunità nazionale e danneggiano i cittadini onesti. Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero”. 

Il presidente della Repubblica ha poi lambito il “problema dell'ambiente, che a molti e a lungo è apparso soltanto teorico” e che “oggi si rivela concreto e centrale. Dobbiamo avere maggior cura dei nostri territori. L'Italia è vista all'estero come il luogo privilegiato della cultura e dell'arte, e lo è davvero. Questo patrimonio costituisce una nostra ricchezza, anche economica”.

In linea con l’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco, alcuni passaggi del discorso del presidente hanno coinvolto il rispetto dei beni comuni, da cui dipende “molto della qualità della nostra vita. Non dobbiamo rassegnarci alla società dello spreco e del consumo distruttivo di cibo, di acqua, di energia”.

Tra i molti temi toccati da Mattarella ha trovato posto il problema scottante del “terrorismo fondamentalista” che “cerca di portare la sua violenza nelle città d'Europa, dopo aver insanguinato le terre medio-orientali e quelle africane. Realizzare condizioni di pace e stabilità per i popoli di quei Paesi è la prima risposta necessaria, anche per difendere l'Europa e noi stessi. La prosperità, il progresso, la sicurezza di ciascuno di noi sono strettamente legati a quelli degli altri”.

Infine, dopo aver puntato il dito contro la corruzione, male diffuso del nostro Paese, in chiusura il presidente ha tenuto a ribadire che “il 2016 sarà l’anno durante il quale celebreremo i settant'anni della Repubblica. Tutti siamo chiamati ad avere cura della Repubblica e a farne vivere i principi nella vita quotidiana sociale e civile”.

 

Per Forlì il 2016 sarà un altro anno di prove, di dubbi e di conferme. Dopo il grande successo che hanno incontrato lo scorso anno l’esposizione di Giovanni Boldini prima, poi quella “minore” dedicata al fotografo Steve McCurry, dal 13 Febbraio al 26 Giugno 2016 i Musei San Domenico ospiteranno la grande mostra “Piero della Francesca. Indagine su un mito” che promette di attirare visitatori da ogni parte d’Italia e non solo.

Mentre il 2015 passerà agli annali per l’inaugurazione degli spazi della ex Chiesa di San Giacomo, il 2016 non si fa annunciare da eventi di questa portata. Mentre si sta lavorando per il recupero di altri spazi abbandonati, tra cui l’ex Palestra Campostrino, il Parco dell’ex Ospedale Morgagni e la Scuola Santarelli, vi sono luoghi della cultura forlivese che richiedono maggiore attenzione perché il loro stato di abbandono non diventi endemico, primo tra tutti il cosiddetto “Palazzo del Merenda” di corso della Repubblica, ex sede degli Istituti Culturali, chiuso da oramai troppo tempo.

Negli ultimi mesi del 2015 note positive provengono dallo sport forlivese, capace di mettersi in luce a livello nazionale, in particolare per quanto riguarda gli sport di squadra: la Volley 2002 Forlì è al primo posto del torneo di B2 di pallavolo femminile; l’Unieuro Basket è prima in B1; i Tigers Basket sono primi in B2; il Forlì Calcio è ai primi posti del suo girone in serie D; La Fiorini Softball ha vinto nel 2015 la Coppa delle Coppe ed è stata a un passo dall’aggiudicarsi un altro scudetto; la Libertas Hockey Forlì viaggia tranquillamente a metà classifica della serie A1 nazionale; la Softer Volley Forlì è ai primi posti del suo girone di B2.

 

Per concludere, come sono solito fare nel primo appuntamento dell’anno di mentelocale, vorrei dedicare ai lettori una poesia. Per l’occasione ho scelto i versi del poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano Mario Benedetti che ben si adattano alla situazione attuale. Difendere l’allegria significa difendere il nostro diritto ad avere una vita serena, ricca di possibilità e di soddisfazioni, nel rispetto degli altri e del bene comune. “Il terrorismo ci vuole impaurire e condizionare. – rimarcava Mattarella il 31 dicembre a reti unificate – Non glielo permetteremo. Difenderemo le conquiste della nostra civiltà e la libertà delle nostre scelte di vita”.

Difendere l’allegria contro chi ci vuole togliere il sorriso e ci vuole imporre il terrore ci potrà aiutare a superare i grandi problemi che ci affliggono ma anche quelli più piccoli della vita di tutti i giorni. Perciò auguro a tutti voi un… buon allegro anno!

 

Difesa dell’allegria (Mario Benedetti)

 

Difendere l’allegria come una trincea
difenderla dallo scandalo e dalla routine
dalla miseria e dai miserabili
dalle assenze transitorie
e da quelle definitive
difendere l’allegria come un principio
difenderla dallo sbalordimento e dagli incubi
dai neutrali e dai neutroni
dalle dolci infamie
e dalle gravi diagnosi
difendere l’allegria come una bandiera
difenderla dal fulmine e dalla malinconia
dagli ingenui e dalle canaglie
dalla retorica e dagli arresti cardiaci
dalle endemie e dalle accademie
difendere l’allegria come un destino
difenderla dal fuoco e dai pompieri
dai suicidi e dagli omicidi
dalle vacanze e dalla fatica
dall’obbligo di essere allegri
difendere l’allegria come una certezza
difenderla dall’ossido e dal sudiciume
dalla famosa patina del tempo
dalla rugiada e dall’opportunismo
dai prosseneti della risata
difendere l’allegria come un diritto
difenderla da Dio e dall’inverno
dalle maiuscole e dalla morte
dai cognomi e dalle pene
dal caso
e anche dall’allegria.

 


Marco Viroli

venerdì 8 gennaio 2016