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In occasione del ventennale dell’Associazione Il Delfino (1996 - 2016)

Concerto del Trio Iftode Presentazione del libro: “Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento - II” di Marco Viroli e Gabriele Zelli

In occasione del ventennale dell’Associazione Il Delfino (1996 - 2016)

Sabato 16 aprile 2016, ore 15.30 - Centro Sociale via Sillaro, 42 - Cava - Forlì. L’ingresso è libero. La cittadinanza è invitata. Per informazioni 392 4488070; 349 3737026.

Il Trio Iftode eseguirà brani musicali della tradizione romagnola e internazionale tratti dai loro album “I violini di Romagna” vol. 1 e 2, “Musica senza confini”.

Gli interventi degli autori saranno accompagnati da proiezioni di immagini inerenti all’opera presentata.

Verranno narrati aneddoti riguardanti la vita e le opere di alcuni personaggi che hanno avuto strettamente a che fare con Forlì e con la musica, in particolare: Angelo Masini, Carlo Brighi, Secondo Casadei e Alvaro Zaccaria, detto Tango.

  

 

 

 

Angelo Masini nacque a Forlì il 28 novembre 1844. La voce pulitissima e il repertorio vastissimo (si parla di 107 ruoli) fecero di Masini uno dei sommi tenori non solo della sua epoca ma di tutti i tempi. Giuseppe Verdi disse di lui: "È la voce più divina che abbia mai sentito: è proprio come un velluto". Masini era nato da una famiglia di umili origini. Non essendo il padre e la madre sposati, nei primi anni della sua vita venne dato in affido, fino a quando i genitori non regolarizzarono la loro posizione di fronte alla Chiesa. Calcò i palchi di mezzo mondo, in particolare in Russia e Sud America, ma restò sempre profondamente legato alla sua città natale, verso la quale si dimostrò sempre particolarmente munifico. Morì a Forlì il 28 settembre 1916, quest’anno ricorrono perciò i 100 anni dalla sua scomparsa. 

  

Carlo Brighi, detto Zaclén, nato da una famiglia contadina nella frazione Fiumicino di Savignano sul Rubicone il 14 ottobre 1853, non fu forlivese di nascita ma a Forlì volle essere sepolto dopo la morte, avvenuta il 2 novembre  1915.  Fu un rivoluzionario musicista e un geniale compositore, capostipite della musica da ballo romagnola, da molti considerato il fondatore del liscio. A lui vanno attribuite infatti l'idea di accelerare i tempi tramite il clarinetto in do, che inserì per primo nell'orchestra di musica da ballo romagnola, e la parte dominante del clarinetto come strumento solista.

  

Secondo Casadei, nato a Sant’Angelo di Gatteo il 1° aprile 1906, è considerato il più importante esponente del liscio romagnolo ed è l'autore del celeberrimo inno “Romagna mia”. Il suo vero nome era Aurelio e forse fu anche questo che lo legò profondamente a Forlì e alla piazza Aurelio Saffi, dove ogni anno, il Primo maggio, teneva con la sua orchestra il classico concerto per la Festa dei Lavoratori. Nella nostra città, e più precisamente a San Martino in Villafranca, nel 1924, ebbe inoltre il suo battesimo del fuoco, con l’orchestra di Emilio Brighi, figlio di Zaclen. Da quel momento in poi fu una ininterrotta ascesa verso il successo che lo portò, in quasi 50 anni di carriera, a incidere ben 1.048 brani. Le sue composizioni costituiscono le fondamenta del genere liscio romagnolo.

  

Alvaro Zaccaria fu più conosciuto a Forlì come “Tango”, soprannome affibbiatogli dagli amici, per via della menomazione a una gamba, arrecatagli dalla distrofia muscolare, che gli consentiva comunque di esprimere la sua passione per il ballo, solo però praticando il tango. Fu un lavoratore molto attivo e geniale, dotato di una vena umoristica inesauribile che contagiava chiunque. Dal padre, maschera presso il Teatro Comunale di Forlì, aveva ereditato l'amore per il melodramma e conosceva a memoria intere pagine di libretti d’opera. Era l'anima del loggione e non a caso occupava uno dei posti privilegiati in posizione centrale, pronto a far partire gli applausi decretando il successo, oppure, in caso contrario, a dare il via ai fischi e alla contestazione. Grande amico del tenore forlivese Carlo Zampighi, Zaccaria fu uno dei più assidui frequentatori della famosa "Ustarí ad Ribèlo", ribattezzata "Taverna del Bel Canto", il locale che si trovava all'inizio di viale Vittorio Veneto. Nel mese di aprile del 1941, grazie all'invito di Zaccaria, la Taverna ebbe un ospite d’eccezione, il soprano Magda Olivero, al primo posto nel cuore e nell'anima di Tango, che venne festeggiata con merende a base di piadina, prosciutto e sangiovese.

  

Gli autori e l’editore «Il Ponte Vecchio» desiderano ringraziare Carlo e Filippo Venturini (Fideuram, Private banker, viale Vittorio Veneto 9/a Forlì) che grazie al loro generoso contributo hanno consentito la pubblicazione del libro.

 

 

“LA LEZIONE DI PIERO”, UNO SPETTACOLO TEATRALE

PER MEGLIO COMPRENDERE IL GENIO DI PIERO DELLA FRANCESCA

 

Domenica 17 aprile, alle ore 16.00, con replica alle ore 21.00, a Forlì, 

presso Sala teatrale Tiffany, in via Medaglie d’Oro, 86, si terrà lo spettacolo teatrale 

“La lezione di Piero, matematica, colore e luce”

 

Il testo e la regia sono di Franco Palmieri, mentre gli attori sul palco saranno Ancilla Oggioni e Giampiero Bartolini. I costumi sono di Liana Gervasi, le scene sono a cura di Sergio Cangini, l’audio e le luci di Alberto Bartolini.

“La lezione di Piero, matematica colore e luce” è stato inserito nel programma degli eventi collaterali alla mostra “Piero della Francesca: indagine su un mito”, che si svolge a Forlì fino al 26 giugno presso i Musei San Domenico. Lo spettacolo teatrale si rivolge a un pubblico di ogni età a partire dai 9 anni.

Protagonisti sono due personaggi, uno a noi contemporaneo e uno contemporaneo a Piero della Francesca che, incontrandosi, porteranno il pubblico a entrare nel suggestivo percorso creativo che ha reso questo artista uno dei massimi innovatori della pittura: “maestro del colore” e “pittore del silenzio”. Il percorso del testo è un continuo interrogarsi su come la sua formazione matematica e geometrica sia stata messa al servizio della splendore del colore e della luce.

In una forma teatrale, a tratti comica e coinvolgente, il pubblico potrà incontrare e approfondire i segreti, le regole e le ardite innovazioni di ogni capolavoro di Piero della Francesca, fino a concentrarsi sulla contemplazione finale della maestosa struttura della “Madonna della Misericordia”.

Lo spettacolo “La lezione di Piero, matematica, colore e luce, nasce per essere proposto e replicato in qualsiasi spazio, in particolare all’interno degli spazi scolastici, per sottolineare come il teatro può rispondere all’urgenza di far conoscere l’arte e la bellezza.

Promosso dal Centro Culturale “La Bottega dell’Orefice” con la collaborazione di OfficinaTeatro Srl e il contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, lo spettacolo è a ingresso libero.

Per informazioni 0543 779013 o 328 8782940.


Marco Viroli

giovedì 7 aprile 2016