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Caterina Sforza, la sua storia, la sua rocca

Lunedì 11 giugno 2018, alle ore 20.45, presso il Centro Sociale Cava di via Sillaro 42, Forlì,

Caterina Sforza, la sua storia, la sua rocca

Lunedì 11 giugno 2018, alle ore 20.45
presso il Centro Sociale Cava di via Sillaro 42, Forlì,
in occasione della presentazione del libro
“La Romagna dei castelli e delle rocche”
di Angelo Turchini, Mirko Orioli, Marco Viroli,
Paola Novara, Cristina Castellari
(Editrice Il Ponte Vecchio, Cesena),
Marco Viroli e Gabriele Zelli
terranno una conferenza sul tema
“Caterina Sforza, la sua storia, la sua rocca”.


L’incontro è organizzato e promosso dal Comitato di Quartiere Cava.

 

Nel corso della serata i relatori tratteranno la storia della Rocca di Ravaldino, con particolare riferimento al periodo in cui Caterina Sforza fu signora di Forlì.

Al termine si terrà un momento conviviale. Tutti i cittadini sono invitati.
Per informazioni 349 373 7026

Gli interventi della serata prenderanno le mosse dal primo assedio subito dalla Rocca di Ravaldino quando, nel 1480, all’indomani della morte del signore di Forlì Pino III Ordelaffi, la moglie Lucrezia Pico della Mirandola si asserragliò all’interno del castello insieme ai suoi fedelissimi e al figliastro Sinibaldo per trattare la resa. I negoziati con papa Sisto IV condussero prima alla misteriosa morte del giovane Sinibaldo, poi alla rinuncia alla Signoria da parte della Pico che poté lasciare Forlì, portando con sé il tesoro e l’archivio degli Ordelaffi di cui da qual momento in poi non si conoscono più i destini. Il secondo assedio ebbe luogo nel 1488, dopo la morte di Girolamo Riario. Caterina Sforza fu allora protagonista di un’eroica e stoica resistenza, costringendo alla fuga i fratelli Orsi, responsabili della morte del marito.
Alla Rocca di Ravaldino, prima della fine del suo dominio, Caterina Sforza diede alla luce il suo ottavo figlio, concepito col terzo marito Giovanni de’ Medici. Quel piccolo bambino, nato a Forlì il 6 aprile 1498, crescendo diventerà un grande condottiero e passerà alla storia col nome di Giovanni dalle Bande Nere.
Tra le grandi personalità del suo tempo che la Sforza ospitò nel suo castello va ricordato, nel 1499, il soggiorno di un giovane e inesperto Niccolò Machiavelli, inviato dalla Repubblica fiorentina per portare a termine una trattativa. Nell’autunno dello stesso anno dalla rocca Caterina impartì con successo le direttive su come doveva essere affrontata l’epidemia di peste che stava colpendo la Romagna e anche Forlì.

Alla fine del 1499, dopo la peste, fu Cesare Borgia a portare alla Rocca di Ravaldino il terzo assedio, il più tremendo e rovinoso. Dopo circa tre settimane di cannoneggiamenti, il duca di Valentino ebbe la meglio sulla fiera “Leonessa di Forlì”, la prese prigioniera e la portò come trofeo al cospetto del padre papa Alessandro VI.
Sorvolando sulla prigionia romana della Sforza, la conferenza si sposterà a Firenze, dove, il 28 maggio 1509, dopo aver fatto testamento, Caterina Sforza saluterà la vita terrena. Com’è noto, Giovanni, il figlio prediletto, morì in circostanze drammatiche ,il 30 novembre 1526, nei pressi di Mantova. Nel 1519, aveva avuto tempo e modo di concepire con la moglie-sorellastra, Maria Salviati, un figlio maschio di nome Cosimo che diventerà primo granduca di Toscana. A Cosimo I si deve, nel 1564, l’edificazione della città fortezza di Terra del Sole, estrema evoluzione del concetto di castello che però non fu mai messo alla prova poiché non venne mai attaccato né assediato e a oggi conserva pressoché intatta la sua originaria conformazione rinascimentale.

 


Marco Viroli

venerdì 1 giugno 2018