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Ha compiuto sessant’anni il grattacielo di Cesenatico

Simbolo della Riviera

Ha compiuto sessant’anni il grattacielo di Cesenatico

Tra i tanti progetti lasciati incompiuti dal Ventennio fascista vi fu quello di una superstrada che doveva portare direttamente da Forlì a Cesenatico, un progetto tuttora irrealizzato e che di sicuro non vedrà la luce, visto che oramai la viabilità tra Forlì e Cervia è notevolmente migliorata negli ultimi anni e ancor di più è stato affinato il tratto di Statale Adriatica che da Cervia va a Cesenatico, in particolare con la recente inaugurazione della funzionalissima rotonda delle Saline, da anni sognata da migliaia e migliaia di automobilisti in coda domenicale.
Dopo la guerra, si abbandonò l’idea dell’autostrada del Mare e altri furono i piani messi in cantiere, tra tutti quello della costruzione di un grattacielo a Cesenatico, i cui lavori presero il via in un momento che definirei di grande euforia per il nostro Paese.

Era il 1957, la guerra era un ricordo già lontano, anche se erano passati appena dodici anni dalla sua fine. L’Italia si stava ripulendo dalle macerie e si apriva al mondo mettendo in mostra le proprie bellezze artistiche e naturali. In breve il cosiddetto “Boom economico” portò il nostro Paese nel novero delle nazioni più industrializzate del pianeta. Il clima era di generale ottimismo e di fiducia in un futuro migliore. La gente per strada sorrideva, fischiettava e cantava le canzoni in voga in quel momento.
A pensarci oggi, sembra impossibile che il nostro Paese abbia vissuto giorni simili, eppure, chi ha più di cinquant’anni, ricorda ancora bene e con un pizzico di nostalgia questo “piccolo mondo antico”.
L’estate era la stagione in cui nella nostra Riviera prendeva vita. Muoveva i suoi primi passi il turismo di massa, abbordabile a tutti. Cesenatico poi, al pari di Viareggio e Forte dei Marmi, era una delle mete balneari più à la page, ma al tempo stesso un luogo dove trascorrere vacanze serene e spensierate con la famiglia.
Oggi, la città che ha dato i natali all’indimenticato Marco Pantani, è una delle capitali italiane del ciclismo, con la Nove Colli che ogni anno, a fine maggio, attira migliaia e migliaia di sportivi delle due ruote. Tuttavia già nei primi anni Cinquanta a Cesenatico si parlava di ciclismo e di sport: nel 1954 vi fece tappa il Giro d’Italia, poi nel 1955 ospitò il ritiro della nazionale di sci. Sempre a Cesenatico, nel 1956, i giovani tennisti italiani sfidarono la nazionale francese. Qui, e non ancora a Formentera, si recavano in vacanza i vip, i grandi calciatori, le star dello spettacolo e i primi personaggi della televisione italiana, nata nel gennaio del 1954.
Cesenatico e la Riviera meritavano un’opera avveniristica, che connotasse la località e che fungesse da faro per i turisti. Bisognava costruire qualcosa di grande e i romagnoli, quando ci si mettono, le cose le fanno in grande e le fanno bene!

Il grattacielo fu terminato nel 1958 e, con i suoi 118 metri di altezza, è stato l’edificio più alto d’Italia fino al 1960, anno di completamento del grattacielo Pirelli di Milano. Oggi è il 17° grattacielo più alto del Paese ed è uno degli edifici in cemento armato più alti d’Italia.
La sua esatta denominazione è “Condominio Marinella II”, questo perché il Marinella I si trova a Milano Marittima e, pur presentando una struttura architettonica molto simile, è meno alto (90 metri) ed è composto da meno piani (21).
Il suo progettista fu l’ingegner Eugenio Berardi (1921-1977), laureato a Bologna nel 1949, che iniziò la sua carriera a Lugo. Sposato con la professoressa. Marinella Ragazzini (da qui il nome del grattacielo di Cesenatico e di quello di Milano Marittima), nei primi anni ’50 si trasferì a Faenza, dove fondò la Società Immobiliare Marinella con la quale realizzò i tre grattacieli della Riviera: Marinella I a Milano Marittima (inaugurato il 16 luglio 1957), Marinella II a Cesenatico (estate 1958) e il Grattacielo di Rimini (1959), quest’ultimo progettato però dall’ingegner Raoul Pahuli che, negli anni Venti, aveva già realizzato il grattacielo di Fiume.
Berardi incontrò prima il sindaco di Cervia, Gino Pilandri, che gli rilasciò la licenza edilizia in un giorno. Il sindaco di Cesenatico, Primo Grassi, il 21 febbraio 1957 approva il progetto del Marinella II con 115 metri e 35 piani, in 17 giorni arriva la licenza edilizia per 31 piani.
Nei suoi progetti l’ingegner Berardi seguì canoni architettonici tipici del dopoguerra. In particolare il grattacielo di Cesenatico si compone di 35 piani, di cui 30 destinati a uso abitativo, per un totale di 120 appartamenti (quattro per piano) e due piani di corpi tecnici, per un investimento totale di 200 milioni di lire dell’epoca. Le fondazioni sono imponenti con 210 pali in cemento di 15 metri con diametro di 53 cm collegati da un’unica platea nervata. È curioso annotare che, da rilevamenti topografici e satellitari compiuti durante lo studio dei lavori che, tra il 2003 e il 2009, hanno preceduto importanti opere di riqualificazione e consolidamento, è emerso che il grattacielo è perfettamente verticale.
Ed è così che, ancora oggi, a sessant’anni dalla sua costruzione, il grattacielo di Cesenatico svetta sull’orizzonte topografico, punto di riferimento unico e insostituibile per tutta la Riviera romagnola e memoria tangibile di un’era in cui i cuori degli italiani pulsavano all’unisono, colmi di ottimismo e fiducia per il futuro.

«L’orizzonte di Cesenatico, sul quale si sono posati per tanti anni gli occhi di Marino Moretti, ha subito una grossa trasformazione. C’è un ospite nuovo, perché Cesenatico ha voluto il suo grattacielo, il suo pezzo di America, che domina in modo inaspettato il piccolo vecchio mondo delle paranze. (La vita) dei pescatori è sempre faticosa ma comincia il tempo delle ferie al ventesimo piano, del Ferragosto ad altezza quasi aviatoria. Guai se si fermano gli ascensori e se un ragazzino ha dimenticato sulla spiaggia il suo secchiello!»
(Testo tratto da un servizio televisivo andato in onda il 17 luglio 1958)

 


Marco Viroli

venerdì 28 settembre 2018