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Ha riaperto al pubblico la Collezione Verzocchi

Nella nuova sede di Palazzo Romagnoli a Forlì

Ha riaperto al pubblico la Collezione Verzocchi

Il 22 dicembre scorso, in presenza delle autorità locali e di Susanna Camusso, in via Albicini a Forlì si è svolta l’inaugurazione di Palazzo Romagnoli e delle collezioni artistiche che vi sono esposte, tra cui l’importante Collezione Verzocchi.


Palazzo Romagnoli è un edificio di grandi dimensioni con un'imponente e semplice facciata in mattoni sagomati, contraddistinta da un muro a scarpa delimitato da un cordolo in pietra marcadavanzale delle finestre del piano terra, da due ingressi con portali in pietra e da un ampio cornicione stondato intonacato. 
In contrasto con il prospetto disadorno, gli ambienti interni presentano pregevoli e inaspettate decorazioni. Spiccano in particolare due luoghi: la sala Giove e Venere con pareti decorate da finte architetture con putti danzanti di ottima fattura e un’altra sala dov'è presente la decorazione dell'Aurora, copia del dettaglio centrale dell'affresco dell'Aurora di Guido Reni del Casino dell'Aurora Pallavicini di Roma.

Palazzo Romagnoli sorge nella parte più antica della città di Forlì, di cui conserva ancora memoria, sia nel sottosuolo del giardino sia nelle strutture. I ritrovamenti avvenuti durante i recenti restauri, tra cui due tombe visibili nelle cantine e altre strutture sepolcrali "alla cappuccina", testimoniano la presenza di un cimitero di epoca tardo romana, datato dagli esperti al III - IV secolo dopo Cristo.
Nel 1805, durante l'occupazione francese di Forlì, a Palazzo Romagnoli si insediò Lorenzo Romagnoli, il prefetto di Napoleone. 
Nel 1965 il Comune di Forlì lo acquistò dalla famiglia Reggiani Romagnoli e successivamente lo concesse al Ministero della Difesa per essere utilizzato come sede del Consiglio di Leva Unificato per la Romagna e parte delle Marche, diventando il luogo dove i giovani in età di leva si recavano per le visite mediche (i cosiddetti "tre giorni”). 
Nel 1997 l'edificio fu riconsegnato al Comune che l'ha sottoposto a un completo restauro. 

Al piano terra di Palazzo Romagnoli sono state esposte le settanta opere della collezione donata da Giuseppe Verzocchi al Comune di Forlì il 1° maggio 1961 (quando era sindaco della città Icilio Missiroli). Giuseppe Verzocchi (Forlì 1887 – Milano 1970) fu un personaggio di primaria importanza per la storia dell’arte italiana del XX secolo, con la passione del collezionismo ma anche del mecenatismo, che seppe prestare particolare attenzione ai maestri antichi e moderni, alla grafica e alla pubblicità industriale.

La Collezione Verzocchi, considerata tra i più importanti nuclei figurativi del Novecento italiano, fu ideata negli anni dell'immediato dopoguerra, quando l'imprenditore edile di origini forlivesi, tra 1949 e il 1950, per la cifra di 100.000 lire a quadro, commissionò a 72 tra gli artisti più celebri dell'epoca opere pittoriche espressamente dedicate al tema del lavoro. I soli vincoli che impose furono le dimensioni (90 x 70 cm.) e la presenza di un mattoncino dipinto, recante la sigla ”V&D" sigla dei soci dell'azienda, Giuseppe Verzocchi e Ottavio Vittorio De Romano. Nella collezione Verzocchi trovano così posto opere degli allora giovani Moreni, Morlotti, Afro, Santomaso, Birolli, Capogrossi, Turcato, Vedova per citarne solo alcuni, ma anche dei già affermati Carrà, Casorati, de Chirico, Depero, Sironi, Rosai, Soffici e de Pisis.
Nell'epoca attuale, in cui ci troviamo in balia a un totale imbarbarimento culturale, si sente fortemente la mancanza di imprenditori illuminati come Giuseppe Verzocchi, capaci di riconoscere l’importanza dell’arte e col coraggio di investire, offrendo lavoro ad artisti giovani o anche già affermati. 
"Ho lavorato e lavoro con tenacia, con amore e frenesia ed è appunto per riconoscenza verso il lavoro, che è sempre stata la mia ragione di vita, che ho invitato alcuni pittori a trattare questo argomento nel loro linguaggio". Fu con queste parole che Giuseppe Verzocchi rispose a quanti gli chiedevano da dove fosse nato il progetto della sua collezione che venne presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1950. 
In occasione dell'esposizione della collezione alla Triennale di Milano nel 1986, ventuno quadri vennero rubati. Fortunatamente vennero ritrovati rapidamente anche se due di questi finirono distrutti nel corso del trasporto della refurtiva da parte dei ladri. A seguito dell'esposizione della collezione a Roma, nei mesi di maggio e giugno 2004, venne pubblicato un catalogo.
Nella nuova sede di Palazzo Romagnoli la singolare impresa industriale di Verzocchi viene illustrata attraverso l'esposizione dei dipinti e viene contestualmente narrata a partire da una selezione di documenti, fra i quali fotografie, oggetti e testimonianze scritte.

In una stanza del piano superiore hanno trovato collocazione tre dipinti con fiori e sei acqueforti eseguiti da Giorgio Morandi donate a Forlì da Ada e Arturo Righini mentre un'altra sala ospita il "corpus" delle opere di Adolfo Wildt donate dal marchese Raniero Paulucci di Calboli. 
Nei restanti locali è stato dato spazio a un itinerario "a temi" nella vicenda figurativa romagnola del secolo scorso, denominato “La Grande Romagna”: si va dall'eclettica produzione plastica del primo '900 alle esperienze del Cenacolo Forlivese tra tradizione e modernità, dalle "mostre sindacali" fra le due guerre fino alle ultime edizioni delle "Biennali Romagnole" e del celebre "Premio Campigna" negli anni '70.

Palazzo Romagnoli è aperto al pubblico da martedì a domenica dalle ore 9.00 alle ore 13.00, martedì pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 17.30.


Marco Viroli

domenica 19 gennaio 2014