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Poeti romagnoli d’oggi e Giovanni Boccaccio

Poeti romagnoli d’oggi e Giovanni Boccaccio

Il 18 gennaio scorso, presso l’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana di Cesena, appena restaurata, è stato presentato "Poeti romagnoli d’oggi e... Giovanni Boccaccio", quinto volume di quello che è oramai un appuntamento biennale fisso con la serie “Poeti romagnoli di oggi e…”, precedentemente dedicati a Giovanni Pascoli (2005), a Charles Baudelaire (2007), a Federico Fellini (2009), a Dante Alighieri (2011).
 

Si tratta di antologie di testi poetici e critici curate da Franco Pollini, promosse dal Circolo culturale “Giordano Pollini” ed edite dalla Società editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena.
Nel 700° anniversario della nascita di Boccaccio, hanno aderito all'impegnativo invito quaranta poeti e scrittori locali che hanno elaborato testi originali ispirati a vari livelli alla vita, al pensiero e alle opere del grande novellatore toscano, “quello che ha insegnato al mondo intero cosa significa raccontare” (R. Casalini), insieme a Dante e Petrarca, annoverato tra i padri fondatori della lingua italiana.

 

Nato in Toscana nel 1313, nel corso della sua esistenza Boccaccio ebbe con la Romagna uno stretto legame: nel 1346 fu a Ravenna ospite di Ostasio da Polenta, per incontrare suor Beatrice Alighieri, figlia del Sommo Poeta; tra il 1347 e il 1348 stette a Forlì al servizio di Francesco II Ordelaffi; nel 1350 fu inviato come ambasciatore di Firenze presso i signori di romagnoli.
 

Tanti i nomi di spicco che hanno voluto portare il proprio contributo. Alcuni di questi lo hanno fatto in vernacolo: Loris Babbini, Maurizio Balestra, Antonio Gasperini, Gianfranco Miro Gori, Giorgio Magnani, Dolfo Nardini, Sante Pedrelli, Annalisa Teodorani, Oscar Zanotti. Gli altri, tra cui il sottoscritto, hanno elaborato versi o prose in lingua italiana: Bruno Bartoletti, Marco Benazzi, Stefano Berdardeschi, Roberta Bertozzi, Aurea Bettini, Andrea Brigliadori, Serse Cardellini, Franco Casadei, Mauro Casadei Turroni Monti, Maria Gabrielella Conti, Denio Derni, Franca Fabbri, Narda Fattori, Sabrina Foschini, Cristina Laghi, Guido Leotta, Rosino Maranesi, Roberto Mercadini, Ardea Montebelli, Mirella Morara, Fabio Pirola, Maria Quagliotti, Luciana Raggi, Alessandro Ramberti, Franco Spazzoli, Anna Maria Tamburini, Caterina Tisselli, Paolo Turroni, Marisa Zattini, Antonio Zavoli.
 

L’antologia si apre con un’introduzione di Rosella Bertino e Franco Pollini, intitolata “La poeticità di un novellatore: Boccaccio”, da cui a seguire pubblichiamo uno stralcio. Vi è poi un lungo e interessante saggio dal titolo “Nel nome del Boccaccio”, opera di Marino Biondi, professore di Storia della Critica all'Università di Firenze. A conclusione del volume si trova infine la divertente postfazione “Il grande imbroglio di un toscanaccio” di Roberto Casalini, editore e scrittore, noto anche con lo pseudonimo di Aristarco. La copertina riporta un bel acquarello del compianto artista cesenate Ilario Fioravanti, scomparso nel 2012.

Dall'introduzione di Franco Pollini e Rosella Bertino:
“Quest’anno, il 2013 che volge al termine, ricorre il 700° anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio (nato a Certaldo nel 1313), considerato il primo e il più grande tra i narratori italiani. Ha fondato la prosa, ha raccolto in una concezione rinnovata l’eredità di un’epoca medievale vicino alla decadenza. Ha aperto una linea nuova nella letteratura italiana. Merita la nostra attenzione: del resto, dopo Dante e Petrarca, c’è Boccaccio nell'immaginario di tutti noi.
L’obiezione, facile e inevitabile, che la sua poesia non rappresenti un’eccellenza in assoluto, ci ha posto legittimi dubbi: lo stesso Boccaccio lo ha di fatto riconosciuto, avvertendo la preminenza di Petrarca e dello stesso Dante che egli leggeva e divulgava tra i contemporanei. La sua poesia viene in genere letta come propedeutica alla conoscenza del Decameron. La riflessione su queste giustificate obiezioni ha rafforzato in noi l’idea che questa fosse la proposta giusta: del resto, uno dei libri più belli tra quelli che abbiamo edito era dedicato a Federico Fellini, poeta delle immagini e Boccaccio è un poeta del racconto, dell’azione.
La categoria vincente nell'opera di Boccaccio è la leggerezza (che Calvino indica come una delle categorie della letteratura), la levità di vite vissute interamente sulla terra. Le sue novelle hanno lo scopo sia di istruire che di dilettare.
Raccontare storie sembra essere una “religione” ancor oggi praticata, come ha magistralmente indicato Marino Biondi nel suo saggio introduttivo al volume, ricco di “note storiche e letterarie, informazioni sullo stato degli studi” e digressioni varie relative a Boccaccio, se è vero che emuli di tale autore continuano a fiorire, per “diletto e conoscenza consolazione e spasso” di noi contemporanei. Fra questi va annoverato un certo Aristarco da Cesena - di cui tratta Roberto Casalini nel suo intrigante saggio di chiusura, in cui si svelano retroscena inediti sulla vita e l’opera del Certaldese - la cui arte di raccontar frottole pare non essere meno sfrontata di quella tanto celebrata del nostro sublime Giovanni Boccaccio, a cui i poeti d’oggi qui presentati hanno dedicato il proprio impegno.
La risposta creativa che i poeti, numerosi e rappresentativi anche in questa occasione, hanno elaborato, conferma le intenzioni che abbiamo loro rappresentato e che ora proponiamo ai lettori: in ogni caso, questo volume è una rassegna di poesia romagnola che si aggiunge ai precedenti per comporre un quadro, interessante e sufficientemente ampio, della qualità e del rilievo che la composizione poetica ha raggiunto in Romagna, tra volgare e dialetti, in questa nostra epoca”.


Marco Viroli

domenica 26 gennaio 2014