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Satanassi il rugby e i giovani

Satanassi il rugby e i giovani

“Va da povero vecchio. Con l’umidità è sempre peggio ma il cervello funziona benissimo.”
Al punto che a chiedergli dell’ultima Coppa del Mondo di rugby, c’è un’indicazione precisa per cui nell’emisfero sud del pianeta sembri ogni volta che pratichino un’altra disciplina sportiva.

“Già 10 anni fa hanno impostato metodologie e un’organizzazione dei campionati in funzione della Nazionale. Fantascienza per noi europei.”

Fantascienza per Paolo Satanassi, presidente del Rugby Forlì 1979 che non gli fa comunque perdere di vista il valore intrinseco della propria società sportiva in un’ottica di più ampio respiro.

“Abbiamo la fortuna di avere un riferimento importante nella squadra “Romagna” di Cesena che milita in serie B. Quando abbiamo dei giocatori di valore cerchiamo di farli approdare lì. Come società Forlì non avremmo i mezzi per far compiere a un ragazzo che meriti il medesimo percorso. Sono tutti romagnoli. Se vuoi un piccolo vanto per tutte le società che collaborano a questo progetto. Poi ti può capitare l’eccezione come Mattia Zecchini che te lo viene a prendere il Colorno che milita in TOP serie e non gli puoi dire di no, anzi. Ho solo piacere. Come mi è successo con un U19 e un U20 che sono finiti nel giro della Nazionale. Se hanno fatto qualcosa di buono mi piace pensare che glielo abbiamo insegnato noi a Forlì.

Il modo di praticare sport nel tempo è cambiato profondamente. Il rugby?

“C’è un problema di fondo. Se oggi in Veneto 1000 ragazzini praticano rugby dopo un anno sono 200. Una volta a scuola, il professore di educazione fisica t’indirizzava verso un possibile disciplina da praticare. Adesso si va a sentimento e il più delle volte son delusioni. Come successo col figlio di una mia amica, che abbiamo tirato su fino ai 12 anni. Decide di cambiare ed è andato a giocare a calcio. Voleva fare Ronaldo e l’han messo in porta. Poi quest’anno gli han detto chiaro e tondo: “Siete in 5 dovete rimanere in 3.” Capisci che un bambino cosa fa: smette. Ma di fare qualsiasi cosa.”

Un bel problema.

“Se non hai risultati oggi gli sponsor non ti considerano.”

I vostri giovani?

“Gli U16 e U18 sono sguarniti. Dobbiamo accordarci con altre società di rugby e non riusciamo ad avere così ricambi in prima squadra. Per questo stiamo lavorano forte su U14 e U12 finché regge la motivazione.

Bullismo con un gioco così duro?

Mi vanto di poter dire che da noi tra le nuove generazioni, il bullismo non esiste. Come ti dissi già l’altra volta, il rugby forma prima persone e cittadini. E poi dei giocatori. Per noi il rugby è una grande famiglia: con valori da vera famiglia.”

Se mai qualcuno, potesse avere dubbi su come la pensi. Il presidente Satanassi.

Foto Fornite dalla società


Emiliano Tozzi

giovedì 25 gennaio 2024

ARGOMENTI:     forlì rugby