La campagna del grano
Nel periodo autunnale le nostre aziende agricole sono tenute a decidere come procedere nell’impostazione del piano colturale e la coltura che si semina in misura maggiore in questo periodo è il grano.
Il buon risultato agronomico dei cereali autunno-vernini è penalizzato dalla scarsa remunerazione per l’agricoltore, che si trova ad affrontare la campagna con prezzi decisamente troppo bassi rispetto ai costi di produzione maggiori.
Per quanto riguarda le previsioni a breve crollano le semine di grano duro, al contrario del grano tenero che insieme all’orzo si prevede in crescita. Cosa seminano gli agricoltori al posto del grano duro? A questa domanda troviamo una risposta con le colture leguminose indispensabili per la rotazione colturale.
Spesso i cereali e nello specifico il grano sono esposti a fluttuazioni del mercato mondiale. Oltre a questo aspetto bisogna tenere presente la debolezza del dollaro nei confronti dell’euro e i recenti dazi doganali imposti dagli Stati Uniti. Dal punto di vista agronomico invece i costi di produzione sono lievitati a causa di un aumento dei prodotti utilizzati in primis i fertilizzanti.
Recentemente ci sono state manifestazioni in tutta Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza “grano”.
La stessa politica tramite i suoi esponenti sta studiando un piano di sostegno alla filiera dove bisogna garantire trasparenza nel prezzo del grano e sostenere i contratti di filiera con maggior controllo nei porti italiani sulla merce in arrivo. Infatti, gli agricoltori italiani giustamente chiedono che i prodotti importati rispettino gli stessi standard di tutela del lavoro e dell’ambiente a loro imposto.
Alessandro Paganini
lunedì 20 ottobre 2025