Il FILO delle emozioni a cura della Dott.ssa Giorgia Reggiani
Le frasi che ci hanno insegnato a reprimere le emozioni
Molte persone sono cresciute in un contesto in cui la praticità e il “tenere duro” venivano prima di tutto. È un modo di vivere che ha permesso a intere generazioni di affrontare difficoltà e cambiamenti, ma che allo stesso tempo ha lasciato poco spazio all’ascolto delle emozioni.
Nella quotidianità familiare, a scuola o nelle relazioni, tante frasi comuni ci hanno insegnato — spesso senza volerlo — a non esprimere ciò che provavamo, a minimizzare o nascondere il disagio per non dare fastidio o non sembrare deboli.
Le frasi quotidiane che insegnano a trattenere
Sono parole semplici, molto diffuse:
• “Non piangere.”
• “Sii forte.”
• “Non farla così lunga.”
• “Non ti arrabbiare.”
• “Stai esagerando.”
• “Non è niente, smettila.”
• “Dai, non ci pensare.”
Spesso dette in buona fede, queste espressioni hanno però trasmesso un messaggio implicito: alcune emozioni non dovrebbero essere espresse. Gli effetti della repressione emotiva
La ricerca psicologica mostra che evitare o sopprimere le emozioni può comportare:
• aumento dello stress;
• difficoltà nelle relazioni;
• fatica nel riconoscere i propri bisogni;
• maggiore ansia;
• senso di solitudine emotiva.
Il punto è che le emozioni non spariscono quando le ignoriamo: trovano altre strade per emergereCostruire un linguaggio più consapevole Oggi abbiamo l’opportunità di cambiare il modo in cui parliamo di emozioni, nelle famiglie, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle relazioni quotidiane. Non significa incoraggiare l’eccesso, ma dare legittimità a ciò che si prova.
Ecco alcune alternative utili:
• “Capisco che per te sia difficile.”
• “Raccontami come ti senti.”
• “È normale provare emozioni intense.”
• “Hai il diritto di sentirti così.”
• “Prenditi il tuo tempo.”
• “Ci sono, se vuoi parlarne.”
Un linguaggio che accoglie non risolve tutto, ma apre uno spazio di ascolto e connessione, rendendo più facile chiedere aiuto e costruire relazioni autentiche.
Dalla cultura del silenzio alla cultura dell’ascolto
Non si tratta di rinnegare la forza e la concretezza che caratterizzano tante persone della nostra comunità. Si tratta di aggiungere un tassello: la capacità di riconoscere le emozioni, esprimerle e dar loro un nome.
Un piccolo cambiamento nel nostro modo di parlare può diventare un grande cambiamento nel modo in cui viviamo.
Giorgia Reggiani
mercoledì 19 novembre 2025