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Educare all’autonomia.

Il dono più grande che possiamo fare ai nostri figli

Educare all’autonomia.

Ci sono momenti, nella vita di un genitore, in cui l’impulso è quello di proteggere i figli da tutto: dalle incertezze, dalle cadute, dalle frustrazioni che fanno parte della crescita. È naturale. Ma proprio lì nasce una delle sfide più difficili e più preziose: imparare a fare un passo indietro, anche quando è difficile, per permettere a loro di farne uno avanti.

L’autonomia non è solo “sapersi arrangiare”. È una forma profonda di fiducia: in sé stessi, nei propri tentativi, nelle proprie possibilità. È la sensazione che puoi farcela perché qualcuno crede in te abbastanza da lasciarti provare davvero. E la scuola, con i suoi piccoli gesti quotidiani — lo zaino da preparare, un compito che non viene, un litigio, una verifica — diventa un terreno silenzioso dove questa fiducia prende forma. A volte, ciò che fa crescere un bambino non è il nostro intervento immediato, ma la nostra capacità di aspettare. Aspettare qualche secondo in più prima di rispondere a un “non ci riesco”, offrendo magari un sorriso e un “prova ancora un attimo, io sono qui”. È sorprendente quanto spesso, in quello spazio minuscolo, succeda qualcosa: un’idea, un tentativo, un piccolo passo in avanti. Piccole micro-soluzioni quotidiane possono fare una differenza enorme. Lasciare che preparino loro lo zaino, anche se impiegano più tempo, magari con una checklist semplice che possono seguire da soli. Permettere loro di affrontare una piccola dimenticanza senza correr subito a salvarli: è difficile per noi, ma spesso illumina loro. Chiedere “come pensi di poter fare?” invece di mostrare subito la soluzione. Offrire un compito fisso in casa — rifare il letto, dare da mangiare al gatto, apparecchiare — senza cercare la perfezione, solo la continuità. Quando raccontano una difficoltà a scuola, ascoltarli davvero, senza giudicare, e domandare: “Cosa potresti fare tu, secondo te?”. O ancora, alla sera, prendersi due minuti per una mini-routine insieme: guardare il diario, sistemare il necessario, preparare mentalmente il giorno dopo.

 

Anche l’errore può diventare un luogo sicuro. Non serve un rimprovero: basta trasformarlo in una domanda gentile, “Cosa ti ha insegnato questa cosa?” invece di “Perché l’hai fatta?”. Un piccolo cambio di linguaggio che apre la porta alla riflessione, non alla paura.

 

E quando i figli riescono a fare qualcosa da soli, a volte anche una sciocchezza in apparenza, negli occhi compare una luce diversa: quella dell’orgoglio, della crescita, della scoperta. È una luce che scalda anche noi genitori, perché ci ricorda che il nostro lavoro non è fare al posto loro, ma dare loro il coraggio di provarci.

Educare all’autonomia è un atto d’amore silenzioso e coraggioso. Significa esserci, ma non soffocare; guidare, senza sostituirsi; accompagnare, senza tirare. Significa fidarsi del loro cammino, lento, imperfetto, meraviglioso. Ed è in questo equilibrio fragile — tra vicinanza e libertà — che accade la magia più grande: vedere i nostri figli diventare sé stessi, un passo alla volta.

Dott.ssa Giorgia Reggiani psicologa clinica specializzata in Mediazione familiare sistemica relazionale - per info Consulenza Psicoeducativa per Genitori -tel 3468643703


Giorgia Reggiani

venerdì 12 dicembre 2025

ARGOMENTI:     emozioni genitorialità