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Conte apre gli Stati generali e l’Italia si riscopre europea

A cura Paolo Cantore

Conte apre gli Stati generali e l’Italia si riscopre europea

Il messaggio è chiaro: se “l’Europa è tornata. L’Europa s’è desta” – come riconosciuto da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea – anche l’Italia all’indomani del brutto sogno Covid-19 si è risvegliata meno euroscettica, più convinta del suo ruolo e della sua appartenenza all’Unione europea. Lo scorso sabato (13 giugno, ndr), l’aver inaugurato con i massimi rappresentanti di Bruxelles e dintorni “Progettiamo il Rilancio”, gli “Stati generali” dell’economia italiana di Villa Pamphilj, è stato infatti un chiaro segnale politico rivolto tanto alla pancia del Paese quanto ai creditori esteri. “Una scelta che ha definito l'identità dell'attuale Governo”, non ha esitato a definirla l’ex Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, attuale Commissario europeo all’Economia.  

Il tema al centro del tavolo virtuale è stato come l’Italia dovrà investire i cospicui finanziamenti che riceverà dall’Unione europea; soldi, questi, “chiesti in prestito ai nostri figli, che dobbiamo investire per loro”, ricorda la Presidente von der Leyen, “non come hanno fatto a volte gli Stati membri: chiedere un prestito ai nostri figli solo per spendere di più oggi”. E al Capo dell’esecutivo europeo ha chiosato poi il Presidente dell’Europarlamento David Sassoli: “Non si tratta di recuperare modelli del passato, ma di affermare una funzione di difesa dei più deboli e di allineamento dei programmi nazionali agli obbiettivi europei”. Quegli obiettivi, in realtà, al governo italiano sono stati già “raccomandati” dalla Commissione il 20 maggio scorso: investire sulla formazione professionale e quindi adeguare l’infrastruttura digitale e tecnologica del Paese; favorire l’incontro tra il mondo della ricerca e quello dell’industria; semplificare la burocrazia e lottare contro la corruzione, che all’interno dei suoi rivoli si annida; ridurre i ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. A ciò, però, si aggiungono quegli stessi assi richiamati dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ad apertura dei lavori e ribaditi al momento delle conclusioni: far compiere al Paese una vera e propria transizione ecologica, puntando all’inclusione sociale, territoriale e di genere, per favorire così l’ingresso delle donne e dei giovani nel mondo del lavoro.  

Niente decisioni prese dall’alto, insomma, ma al fianco dei cittadini europei; un indirizzo politico nuovo, che ribadisce il principio di solidarietà alla base del progetto europeo ma che rivolge anche un appello alla responsabilità, diretto ai governi dei 27 Paesi membri. Se infatti l’obiettivo è comune, “spetterà a ciascuno di noi decidere quale strada imboccare e come conseguire gli obiettivi. Il piano europeo di ripresa a cui stiamo lavorando non sostituirà i piani nazionali, tutt'altro: li dovrà rafforzare – ammonisce Charles Michel, il Presidente del Consiglio europeo, istituzione che riunisce i Capi di stato e di governo - Per questo motivo il lavoro che avviate qui è fondamentale”.


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mercoledì 17 giugno 2020