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Parlando con Minardi al Motor Show

Parlando con Minardi al Motor Show

Mi ricordo.

Si, mi ricordo di quel freddo pomeriggio domenicale in una delle ultime edizioni del Motor Show e del mio argomentare con quel mio nuovo amico appena conosciuto, Matteo Tullio, della sua splendida Cooper T51 appartenuta a John Surtees. All’improvviso, dal nulla venne fuori il nome di Giancarlo.

“Se oggi siamo qua a far girare le nostre Formula 1 è perché c’è un uomo come Minardi”.

Assolutamente vero. La mattina intirizzito dal freddo avevo salutato velocemente Giancarlo imbacuccato nella sua giacca ACI. Un bel sorriso e la solita cordialità di sempre, quella che serve per ricordarsi come noi romagnoli siamo un popolo solare e ospitale.

A prescindere.

Ma Matteo, forse senza nemmeno saperlo, aveva perfettamente ragione.

Foto Fabio Casadei

Quel giorno dentro ai capannoni della fiera di Bologna, oltre alla sua Cooper T51, il Paddock del Motor Show ospitava una Surtees Ts8, una Wolf Wr7, una Lotus 21 ed una Ferrari 312 B3, la cui sola accensione dei motori avrebbe riappacificato qualsiasi appassionato, pensando alle attuali unità ibride, piuttosto che ai motori elettrici della Formula E.

Fine dell’esibizione. I piloti delle Formula 1 storiche sono attorno a Minardi per un conviviale brindisi improvvisato. Stavolta oltre al sorriso ci scappa anche una stretta di mano, per quelle parole di qualche anno fa che ancora oggi ricordo così nitidamente, come la personale impronta di un uomo, capace di fare tanto con poco.

“Come sai, seguo il programma sportivo ACI per i giovani. Cerco di dare un mano per quello che mi compete”.

Al volo intuii che il vecchio leone romagnolo dentro l’animo ruggiva ancora di sana passione e  avrebbe voluto come sempre di più per se stesso e quelle avventure che una volta superata la soglia dei settant’anni aveva deciso coraggiosamente d’intraprendere nuovamente, sull’onda mai sopita dell’entusiasmo per scarichi a motore. Con Minardi condivido i natali faentini. Al volo mi venne da chiedere una cosa che al tempo mi sembrò domanda di tutto riguardo:

Con la Toro Rosso (oggi Alpha Tauri) hanno fatto un signor investimento come struttura e impianti”.

“Vedi…”Mi rispose Minardi: “Io non avrei fatto uno stabilimento così, ma riconosco che per casa nostra è qualcosa di eccezionale. All'avanguardia. Da un punto di vista tecnologico la metto fra le prime quattro cinque realtà , nell’attuale panorama della Formula 1”.

Nelle parole di Giancarlo c’era una vena d’orgoglio che non dimenticherò mai, anche se il Circus e il Minardi Team che per tanti anni aveva presenziato ai Gran Premi sui circuiti di mezzo mondo non lo riguardavano più.

 Almeno, direttamente.

Nella vita le eredità passano di mano, ma non le idee. Quelle rimangono, nella mente del proprio creatore e a volte della propria terra. Ieri da team manager e costruttore, oggi da presidente del circuito di Imola. Riportando in pianta stabile la Formula 1 sulle rive del Santerno.

Ecco cosa capii quella domenica di dicembre.

Parlando con Minardi.

Dentro al Paddock del Motor Show di Bologna.


Emiliano Tozzi

martedì 16 novembre 2021

ARGOMENTI:     automobilismo minardi