Le tre domande a Ludovico Zanetti
Il ruolo svolto dalle donne italiane nella Resistenza è un capitolo della storia nazionale in parte ancora da indagare. Si parla, in totale, di 35mila donne partigiane, 70mila appartenenti ai Gruppi di difesa della donna, 20mila patriote. Più di 10mila sono state arrestate, torturate, fucilate, deportate o sono cadute in combattimento; a 16 di loro è stata riconosciuta la medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Anche la provincia di Forlì (allora comprendente anche Rimini) si è distinta con 306 donne partigiane, 299 patriote, 11 donne comandanti, 41 benemerite, 1 medaglia d’oro e 16 fucilate. Per omaggiare queste figure, l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Forlì-Cesena ha pubblicato un libro; ne parla il presidente della sezione Anpi di Forlì Lodovico Zanetti.
Cosa raccoglie il volume “Sebben che siam donne.. / Le ribelli di via della Ripa”?
La prima parte del testo, curata da Grazia Cattabriga e Rosalba Navarra, è la ristampa di un’opera uscita nel 2005 che raccoglie le testimonianze di 30 donne (per la maggior parte della nostra provincia, 13 da Forlì). L’obiettivo era quello di colmare il vuoto che persiste nella storia italiana relativamente al ruolo svolto dalle donne nella Resistenza, rendendo loro omaggio. La seconda parte del testo, invece, curata da Gianfranco Miro Gori, rende pubblici gli atti di un convegno incentrato su un evento unico nella storia degli scioperi in Italia: quello avvenuto a Forlì il 24 marzo del 1944, quando le nostre concittadine, avendo appreso della fucilazione di 5 renitenti alla leva nella caserma di via della Ripa, scesero in strada a protestare contro il fascismo, bloccando la produzione e ottenendo che altri 9 o 10 giovani renitenti alla leva avessero salva la vita. Tra le protagoniste di questo sciopero c’era anche Tonina Laghi, scomparsa di recente alle soglie dei cent’anni: il libro è dedicato alla sua memoria.
In un’epoca di strumentalizzazioni, perché era urgente dare alle stampe il volume?
Negli ultimi anni abbiamo assistito in più occasioni ad attacchi strumentali alla Resistenza, che provenivano da forze di destra. Sono uscite pubblicazioni che non avevano rapporto con la verità storica o che contenevano veri e propri falsi storici. La storia va ricostruita correttamente e quando si dice che tutti i morti sono uguali, io credo che al di là dell’umana pietà vada distinto chi ha difeso il diritto alla libertà e alla democrazia. Tutti dovrebbero stare dalla parte di chi ha voluto la nostra Costituzione. Da questo punto di vista, il ruolo delle donne è quello più dimenticato e da riscoprire, anche qui a Forlì: accanto ad Iris Versari, sono tante altre le donne di cui vale la pena conoscere il contributo, donne che sono ancora vive. Purtroppo l’anagrafe è impietosa e tra poco non sarà più possibile udire queste storie dalla voce delle loro protagoniste: questo libro segna una linea di confine.
Dai valori della Resistenza al presente: quali sono le battaglie dell’Anpi oggi?
L’Anpi è un presidio a difesa dei valori della Costituzione. Per usare la terminologia americana, vogliamo “proteggere e servire”, cioè ricordare la Resistenza e intervenire per evitare che si torni a forme di “democratura”. Di recente siamo scesi in campo con uno sguardo a 360° sul DDL Zan: non può succedere che permangano discriminazioni legate al sesso, al genere e all’identità di genere. Ma sono anche tante altre le nostre battaglie, perché l’Anpi non è un monumento alla Resistenza, ma una parte attiva della vita civile del Paese.
Laura Bertozzi
domenica 3 ottobre 2021