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Tre domade a Massimo Nazzaro

Tre domade a Massimo Nazzaro

Fare canestro con le proprie passioni: così si può sintetizzare l’impegno di Massimo Nazzaro per il basket e la fotografia. Fotografo ufficiale della Pallacanestro 2.015, Nazzaro è stato un apripista, a livello locale, sul fronte delle fotografia sportiva in digitale per il web, oltre che un esperto e appassionato di basket.

Come si sono intrecciate le passioni per lo sport e la fotografia?

 

Ho sempre seguito il basket, dapprima come giocatore nelle giovanili, poi come appassionato e tifoso di quella che fu la prima squadra di Forlì, la “Jolly Colombani”, promossa in serie A negli anni ’70. Poi, per alcune squadre minori forlivesi sono entrato a far parte della dirigenza. Negli anni duemila la serie D era una realtà seguitissima: ai derby partecipavano tra le 300 e le 400 persone. Come addetto stampa per la mitica “Idb”, la questione dell’immagine della squadra era all’ordine del giorno. La svolta arrivò quando mia moglie mi regalò la prima macchina fotografica digitale, anche se allora ancora la comunicazione sul web non era diffusa come oggi. Abbracciata la “rivoluzione digitale”, iniziai a collaborare con il sito forlibasket.it e a seguire anche la serie A e le finali di Coppa Italia disputate a Forlì. La velocità del digitale fece sì che i miei reportage avessero un riscontro molto positivo, proprio quando l’online muoveva i suoi primi passi specie a livello locale. La spinta a migliorarmi e utilizzare un’attrezzatura più performante venne anche dalla collaborazione con l’agenzia fotografica Ciamillo-Castoria, che chiese di utilizzare i miei scatti sui media nazionali, facendomi così entrare nel circuito professionale. Parallelamente, continuavo anche a scrivere e fare foto per le mie squadre, tra cui l’Artusiana Forlimpopoli.

 

Poi è arrivata la Pallacanestro 2.015…

 

Fin dal 2015 alla squadra era necessario un fotografo ufficiale e la richiesta mi arrivò dall’addetto stampa. I presupposti a livello societario erano ottimi e io mi sentivo onorato di esser stato coinvolto. Sono parte dell’organizzazione da sette anni e ho avuto tante gratificazioni, sia per i risultati conseguiti dalla squadra - in particolare la promozione in A - sia per l’apprezzamento da parte della società, proprio in un periodo in cui l’immagine è prioritaria a livello comunicativo. Unendo le mie due passioni, cerco di catturare un’immagine “reale” dello sport e dei giocatori, con tutta la tensione dello sforzo agonistico, l’azione, la concentrazione sui volti, l’esultanza a fine partita, senza dimenticare di contestualizzare quegli attimi. “Sembrano vivi”, mi dicono a volte: questo è uno dei complimenti più belli.

 

Quali sono state le occasioni più emozionanti in cui si è trovato a fotografare?

 

Negli ultimi due anni ho avuto il privilegio di assistere, come fotografo, a tutte le partite di basket che si svolgevano a palazzetto vuoto. Vedere nuovamente il pubblico sugli spalti dopo tanto tempo è stata una fortissima emozione. E poi, naturalmente, la serie di scatti che catturano la cavalcata di emozioni che ha portato la Pallacanestro 2.015 dalla serie B alle A2. Ho sempre seguito la squadra in casa, in trasferta, ma anche in altre occasioni, come conferenze stampa e feste: in ogni situazione di emozioni ce ne sono a bizzeffe!


Laura Bertozzi

lunedì 25 ottobre 2021

ARGOMENTI:     forlì tre domande