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Tre domande a Lisa Paganelli

Tre domande a Lisa Paganelli

Lisa Paganelli, medico veterinario e imprenditrice agricola di Civitella di Romagna è responsabile per la provincia di Forlì-Cesena di Coldiretti Donne Impresa, che nel 2016 si è aggiudicata a Bruxelles il premio europeo “Innovazione”, promosso tra 28 paesi dell’Unione Europea per aver applicato l’agricoltura biosimbiotica all’interno della sua azienda agricola “Seggio”. È inoltre presidente del Consorzio Romagna-Distretto Biosimbiotico, primo distretto biologico dell'Emilia Romagna.

Che cos’è il Marchio Biologico Italiano?

Il marchio è stato introdotto grazie alla nuova regolamentazione sulla legge del biologico appena approvata in Parlamento. Serve a rafforzare e anche ad incentivare la produzione del biologico italiano. Quindi funziona come garanzia che il prodotto sia di origine italiana perché ad oggi sull'etichetta bio possiamo trovare la dicitura “proveniente da agricoltura EU” e non sempre viene indicata la sigla del paese europeo dal quale proviene il prodotto. Dunque con l'etichetta bio italiano, riusciamo a dare una garanzia sulla provenienza. Questo serve anche a tutelare il consumatore. In questo modo si potrà distinguere il prodotto italiano da quello degli altri paesi europei soprattutto perché in Italia ci sono delle regolamentazioni più restrittive per la produzione biologica.

Quanto è diffusa l’agricoltura biologica?

In Emilia Romagna siamo la quarta regione in Italia per produzione biologica, che ha avuto un incremento esponenziale negli ultimi anni e questo perché l'obiettivo è quello di avere almeno il 25% del territorio italiano destinato alla produzione biologica entro il 2030. L'Italia è il terzo produttore bio in Europa, dove prima è la Spagna con 2 milioni e 500mila ettari e poi la Francia con 2 milioni e 400mila ettari, però se confrontiamo le estensioni di Spagna e Francia rispetto all'Italia, in percentuale di terreni coltivati noi siamo i primi produttori bio. In Emilia Romagna abbiamo circa una superficie di 200.000 ettari a produzione biologica rispetto ai 2 milioni di ettari a livello nazionale. In Romagna abbiamo creato un Distretto Biosimbiotico composto da una cinquantina di produttori, che è stato riconosciuto a livello regionale e serve come strumento di aggregazione e interazione tra le aziende e le strutture presenti sul territorio. Si trova nella Provincia di Forlì-Cesena nel territorio che comprende Meldola, Civitella di Romagna, Galeata, Santa Sofia e Premilcuore. Nella nostra provincia su una superficie totale di 16mila ettari destinati ad agricoltura 5600 sono a produzione biologica. Quindi il 32%

Quali sono i principali canali di distribuzione di prodotti biologici?

Sicuramente le aziende agricole strutturate che fanno vendita diretta oppure i mercatini biologici settimanali che sono ormai in tutte le città. Altrimenti nei negozi specializzati o nella grande distribuzione ci sono delle aree dedicate al bio. Anche l’allevamento biologico è molto sviluppato infatti nella nostra vallata il bestiame è tutto bio. Quindi anche in questo caso possiamo acquistare dal produttore agricolo che normalmente vende il capo bovino in sacchi su ordinazione, oppure anche in macellerie dove si trova il prodotto locale sul quale viene indicato il logo bio e l'azienda produttrice.


Emanuele Bandini

lunedì 11 aprile 2022

ARGOMENTI:     agricoltura emilia romagna