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Tre domande a Tonino Bernabè

Tre domande a Tonino Bernabè

Tonino Bernabè, laureato in Scienze Politiche e con una lunga esperienza a carattere sindacale in CNA, dal 2013 è presidente di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A. proprietaria di tutte le fonti idropotabili per usi civili della Romagna.

Come sta cambiando il clima negli ultimi anni?

Gli effetti del cambiamento climatico sono legati all’aumento delle temperature sopra le medie stagionali nei mesi freddi e con temperature estreme ed ondate di calore nei mesi caldi. Questo genera l’accelerazione negli effetti di alcuni fenomeni: penso allo scioglimento dei ghiacciai sopra i mille metri, oppure eventi alluvionali con frane ed episodi di dissesto idrogeologico. In Romagna nel 2022 agli inizi di giugno avevamo le scorte idriche che solitamente ci trovavamo a fine agosto. Ciò ha messo in difficoltà il fabbisogno potabile in particolare per l’area ravennate. Grazie a Ridracoli, alle sorgenti appenniniche e alle falde, abbiamo fatto fronte all’intero fabbisogno, garantendo continuità di approvvigionamento.

E’ sufficiente l’acqua caduta durante le ultime precipitazioni per uscire dall’emergenza?

Romagna Acque ogni anno deve mettere a disposizione dell’intera area Romagna centodieci milioni di metri cubi di acqua e Ridracoli rappresenta circa il 50% dell’intero fabbisogno. Nei mesi freddi dobbiamo ricaricare, grazie alle piogge, i volumi che la Diga è in grado di trattenere, questo ci consente di rimpinguare anche le falde che utilizziamo maggiormente assieme a Ridracoli nei mesi estivi, dove è presente una maggiore domanda e consumo di acqua, per effetto delle presenze turistiche. Il fiume Po garantisce la flessibilità del sistema. La disponibilità di acqua vettoriata attraverso il Canale Emiliano Romagnolo consente di preservare le falde dalla subsidenza favorendone la ricarica. In Italia riusciamo ad accumulare solo l’11% dell’acqua piovuta. Ecco perché occorrerebbe avere una maggiore capacità di accumulo per avere maggiori scorte di acqua, così da fare fronte alle diverse esigenze di un territorio di oltre un milione di abitanti a cui si aggiunge il turismo. Occorre quindi un surplus in modo d’ avere un maggior livello di sicurezza.

Ritieni necessario realizzare una nuova Diga per fare fronte al fabbisogno?

Una nuova Diga consentirebbe un maggiore livello di sicurezza ed una maggiore capacità di stoccaggio a vantaggio dell’intera Romagna. L’anno scorso dagli inizi di maggio sino a fine novembre non ha piovuto e a Ridracoli: c’erano solo otto milioni di metri cubi, con il rischio di dover trattare dell’acqua con maggiori livelli di torbidità, generata dal rimescolamento della componente organica che si trova nel fondo della Diga. Quindi sì, alla Romagna occorrono ulteriori venti milioni di metri cubi, che si possano sommare all’intero fabbisogno attuale dei centodieci milioni di metri cubi, così da garantire al sistema attuale una maggiore flessibilità. Per questo vogliamo fare proseguire la galleria di gronda dal Fiumicello al Rabbi, con una ulteriore opera di presa, così da aumentare i volumi apportati a Ridracoli. Ma da sola questa presa non basta, senza la realizzazione di un accumulo con capacità di stoccaggio del volume ricercato. Inoltre una nuova Diga consentirebbe anche la produzione di energia idroelettrica.


Emanuele Bandini

lunedì 6 febbraio 2023

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