Tre domande a Davide Mastrangelo
"Quando l’arte incontra la tecnologia, nascono mondi che non avremmo mai immaginato." Davide Mastrangelo (1989) è regista e direttore artistico, esploratore dei confini tra immagini, suoni e interazioni. Nel 2011 fonda con Francesca Leoni il duo Leoni & Mastrangelo, portando le loro opere nei principali festival internazionali di videoarte e performance. Dal 2016 è co-direttore artistico di Ibrida – Festival Internazionale delle Arti Intermediali, punto di riferimento in Italia per la sperimentazione audiovisiva. Collabora con importanti brand e guida oggi Videa Creative Technology, dove sviluppa progetti che spaziano dalle produzioni audiovisive alle installazioni immersive e interattive, con un’attenzione costante all’innovazione e alla contaminazione tra discipline artistiche.
Ibrida Festival Internazionale delle Arti Intermediali torna a Forlì dal 25 al 28 settembre. Puoi parlarci dei contenuti e delle novità di questa edizione?
“Questa decima edizione rappresenta per noi un traguardo ma anche un nuovo inizio. Il titolo, “Moltitudine”, è il filo conduttore che racchiude la varietà di linguaggi, visioni e comunità che il festival ha saputo raccogliere in questi anni. Alla Fabbrica delle Candele porteremo sei live che intrecciano musica e video, tre installazioni interattive, proiezioni di videoarte da tutto il mondo e una serie di talk capaci di mettere in dialogo artisti, pubblico e territorio. Ibrida Festival non è solo un cartellone di eventi, ma uno spazio di esperienza collettiva, dove le persone possono riconoscersi e scoprire come l’arte intermediale ci aiuti a decifrare le complessità del presente”.
Sta per iniziare il corso gratuito ‘Ai Film Factory’, in programma dal 25 settembre all’11 dicembre alla Fabbrica delle Candele di Forlì. Come si svolgerà?
“AI Film Factory è un laboratorio gratuito dedicato ai giovani under 35, pensato per fornire strumenti concreti con cui esplorare le potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata al linguaggio audiovisivo. Non vogliamo limitarci a insegnare l’uso di nuovi software, ma stimolare una riflessione critica: come cambiano le storie che raccontiamo quando a costruirle con noi c’è anche un algoritmo? I corsisti lavoreranno fianco a fianco con registi, artisti e professionisti in un percorso pratico che li porterà a realizzare opere originali da presentare al pubblico. Un’occasione non solo per acquisire competenze, ma per immaginare futuri possibili e farlo in modo consapevole”.
Cosa offre al pubblico la mostra collettiva internazionale ‘Anatomie Digitali’, in programma fino al 12 ottobre alla Fondazione Dino Zoli di Forlì?
“Anatomie Digitali è il prologo della decima edizione e riunisce oltre cinquanta artisti provenienti da quindici paesi. La mostra collettiva esplora il nostro rapporto con il corpo e con le tecnologie che lo trasformano, lo amplificano e lo sorvegliano. Opere storiche di maestri come Gary Hill dialogano con le sperimentazioni delle nuove generazioni, componendo un mosaico di visioni che ci invita a guardarci dentro e a osservare il mondo da prospettive inedite. Non è una semplice raccolta di lavori, ma un’esperienza corale: attraversando le sale, il pubblico si immerge in narrazioni plurali che parlano di noi e del nostro tempo”.
Emanuele Bandini
venerdì 19 settembre 2025