Paura? Esorcizziamola
Un collega ricordava nei giorni scorsi uno scritto di circa 70 anni fa apparso sul Corriere della Sera. Si intitolava “Paura” e con lo splendido stile del grande giornalista scrittore entrava nel mondo di questo sentimento-emozione-trauma che da sempre accompagna l’umanità: silenzioso, inquietante, spesso incontrollabile. Una lettura che ricordava e anticipava quanto ci sta accadendo oggi: la PAURA, appunto. Fino a ieri strisciante, ora manifesta, insinuante.
E’ quella che ci provoca il “Coronavirus”, una cellula impazzita che da animale ad animale è riuscita a raggiungere l’uomo-donna, provocando un’infezione pericolosa a volte addirittura mortale. Come la Sars, l’Ebola, la peste, andando indietro nel tempo. Sono attacchi periodici, quasi scanditi, al nostro vivere quotidiano, obbligandoci alla PAURA, legittima sì ma incalzante. Purtroppo.
E da questa rubrica, nata per distribuire ceffoni benevoli e, a volte, anche “velenosi”, non resta che inviare un messaggio di CORAGGIO e BUON SENSO. Temere il contagio è umano, ma farsene condizionare non ha senso. Gli avvenimenti, la scienza, gli esperti dicono altro dai notiziari quotidiani: prudenti, puliti, attenti al muoversi quotidiano e il resto lasciamolo al destino.
In Romagna, terra di coraggiosi, impudenti, corsari della Storia, la PAURA è da sempre esorcizzata dalle sfide che l’hanno, nei secoli, vista quasi sempre soccombere. Affrontiamo così questo subdolo nemico e non perdiamo un secondo del nostro vivere per inseguirlo. Si stancherà per primo e tornerà da dove è venuto.
Troppo ottimismo? Può darsi, ma il contrario non serve a nulla.
Leonello Flamigni
giovedì 6 febbraio 2020