INGLESE
C’è un pericolo ad affrontare questo tema: si può passare per un populista, un antiquato, addirittura un nostalgico, forse – per parlare come quelli “bravi” – uno sciovinista… E infine, oddio!, un razzista della lingua. Ma rischio tutto e procedo ugualmente. Anche sulla base di quello che sento in giro, al bar, sotto le logge, al mercato, nella vita insomma. Quando c’era…
Il tema è semplice: o hai una laurea in lingue straniere o un diploma da interprete o sei andato in Inghilterra (quando si poteva) per imparare dal vivo la lingua di Albione o fai un corso accelerato di british. Sconsiglio un matrimonio con un’inglese che a colazione prepara il “pudding”…
Torno al tema: oggi siamo in Italia o a Oxford?
Fateci caso: leggete i giornali, seguite la tv o la radio, viaggiate sui social, insomma, vi rapportate socialmente (a parte le distanze previste)? Ebbene, ecco i più luminosi esempi del nostro nuovo idioma quotidiano.
Clausura domiciliare da COVID19: lockdown.
Lavorare da casa: smartwork.
Buoni di risparmio: bond.
Blindare le scalate societarie italiane più prestigiose da aziende straniere rapaci: goldenpower.
Valutazione: rating.
Riguadagnare, rientrare o entrare in possesso: recovery
Selezione di persone ritenute idonee a risolvere situazioni difficili: task force (per maggiori spiegazioni chiedere al Governo…)
Allarme globale: global warning
Ciò che è brutto è trash, ciò che è bello è cool (non suona bene… ma è così)
Eccetera eccetera. Domanda: ma chi non conosce l’inglese (i più) va in giro col traduttore istantaneo a fianco? Conclusione: Dante, Manzoni… Fatevi sentire in qualche modo! Siamo italiani. E ancora (non so per quanto…) non siamo una monarchia.
Leonello Flamigni
mercoledì 22 aprile 2020