QUESTIONE DI STILE…
Siamo nel “new deal” italiano? Lo ha estratto dalla storia americana il nuovo (?) Presidente del Consiglio Italiano, prof. Antonio Conte. Ha fatto capire che un abito di sartoria, una “pochette” perfetta che sbertuccia dal taschino della giacca, un ciuffo “pettinato”, una parlata “istituzionale” con reminiscenze giuridiche sono gli elementi fondanti della nuova (?) politica nazionale e dei destini futuri del Belpaese. Salvini impari.
Anche Ursula da Bruxelles ha parlato di uno “stile europeo”. Non ne ha indicato i parametri, ma il messaggio, per quanto criptato, l’ha inviato. C’è anche chi ne ha scorto un’intimazione all’immigrazione che si deve adeguare… Ognuno lo interpreti come vuole.
Dunque, una nuova era a cui rendere conto. In Romagna, a Forlì soprattutto, è difficile adeguarsi. Ci sono fondamenta millenarie ormai stratificate di modi, tempi e anedottica difficilissimi da distruggere. Sotto i portici di Corso della Repubblica è impossibile sentire parlare di “gente di colore”, di “marocchinate”, di “medio orientale”, di “terzomondista”, di “istraelita”, di “portatore di handicap”, di “diverso”, di “operatore ecologico o cimiteriale”, di “personale non docente” e via di seguito.
I romagnoli doc chiamano le cose e le persone con il loro nome. Alla faccia di Conte e di Ursula. Un “pataca” non lo si può sostituire con “persona mancante di attributi”.
Infine, un accenno alla nostra Fiera che non ha mai sfondato e non lo farà mai. Un plauso al Sindaco Zattini che ha avuto il coraggio di sottolinearlo. Non sarà considerato da qualcuno un intervento “di stile”, ma ha detto la verità.
Leonello Flamigni
giovedì 19 settembre 2019