HELZAPOPPING ALL’ITALIANA
L’Italia del caldo distribuito a macchia di leopardo, delle piazze e delle leopolde, dei bancomat e del contante (almeno una volta c’era il “cantante”…). Gli stranieri non vengono più per le bellezze naturali e culturali, ma per seguire le baruffe fra maggioranza e minoranza, per seguire, la sera in albergo, i talk show televisivi scopertamente allineati (un goccio di sinistra in casa Gruber, una spruzzata di destra in casa Porro) e le incredibili, fantastiche (nel senso di creative) idee generate dalla Finanziaria.
A Forlì, a proposito di temperature estive, il termometro segnava lunedì 32 gradi. Al Nord allagamenti. Sorge il sospetto che noi abitiamo nella Valle dell’Eden, scansata regolarmente da Giove Pluvio. E la Cervese torna ad animarsi, con gli stabilimenti balneari che reimpiantano ombrelloni e spianano la spiaggia. Con gente che, già con gli incipienti pallori invernali, centellina gli ultimi raggi di un sole indolente.
Poi, c’è grande fermento nei primi anni delle scuole superiori. I sedicenni vanno a comprarsi libri sui partiti politici e la loro storia. Joker Grillo (non c’era bisogno di truccarsi…) ha proposto di farli votare. Al tempo stesso, i pensionati sono sul piede di guerra. Un’altra beata idea del Joker ligure è quella di togliere loro il voto. Non è meglio le tasse?
Dalla Leopolda, Matteo Renzi fa battezzare il simbolo del nuovo partito, prendendo a prestito il solito gabbiano a cui nessuno paga mai le “royalties” per l’uso simbolico abbondante.
Infine, da Piazza San Giovanni, come in un western all’italiana, è andato in onda il film “La Bella, il Brutto e l’Attempato” con un pubblico che si autocertificava – Toto Cutugno docet – “italiano vero”.
Chi vincerà l’eterno duello? Tutti e nessuno. Dalla fine della monarchia funziona così…
Leonello Flamigni
giovedì 24 ottobre 2019