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Nell’edizione 2022 della Diabetes Marathon: Forlì città d’acque, ieri, oggi, domani

Una passeggiata culturale e solidale con raccolta fondi per bambini affetti da diabete di tipo 1

Nell’edizione 2022 della Diabetes Marathon: Forlì città d’acque, ieri, oggi, domani

Domenica 10 aprile, a Forlì, nell’ambito della Diabetes Marathon Walk & Run, sarà possibile partecipare alla passeggiata culturale "Forlì città d’acque: ieri, oggi, domani", promossa dall'Associazione Trail Romagna a sostegno dei progetti di Diabete Romagna a favore di bambini, adulti e persone non autosufficienti con diabete.

Insieme allo scrittore e giornalista Marco Viroli e Laura Prometti del Consorzio di Bonifica della Romagna, si partirà alla scoperta di una Forlì che non esiste più, fatta di acqua e di canali, con una suggestiva e originalissima camminata di circa 4 km che ripercorre il tratto cittadino dello storico Canale di Ravaldino che, dal Medioevo al secolo scorso, rappresentava uno degli assi portanti della vita e dell’economia della città.

Con ritrovo in Piazza Saffi, a Forlì, la passeggiata prenderà avvio alle ore 9.30 e si concluderà, sempre in Piazza Saffi, alle ore 11.30.

Lo svolgimento dell’evento si atterrà scrupolosamente alle norme anti-covid 19 vigenti, pertanto, per prendervi parte, sarà necessario il green pass rafforzato.

 

Per informazioni: tel. 0543 731162 oppure 388 1613262; email info@diabetesmarathon.it

 

Forlì città d’acque è una camminata studiata per ripercorrere il tratto cittadino del Canale di Ravaldino che, dal Medioevo al secolo scorso, consentiva non solo alle pale dei mulini di produrre forza motrice per macinare, gualcare i tessuti e conciare le pelli, ma anche di lavare i panni nei vari lavatoi che si trovavano sulle sue sponde. Altra importante funzione che aveva era di alimentare il grande e profondo fossato che circonda ancora oggi a rocca.

La passeggiata raccontata partirà da piazza Saffi, la piazza principale della città. Da qui i partecipanti verranno accompagnati fino a piazzale Ravaldino, di fronte alla rocca, dove il canale entra in città.

Al termine del percorso, giunti in via della Grata, dopo aver ammirato l’ultimo tratto in cui il canale scorre all’aperto, si farà ritorno in piazza Saffi.

La maggior parte degli storici individua le origini del Canale di Ravaldino intorno all’anno 1050. Inizialmente attraversava la città a cielo aperto per cui, nel Medioevo, Forlì doveva apparire come una vera e propria “città d’acque”, ricca di ponti e passerelle in legno. Nel corso dei secoli, il tratto cittadino del canale è finito col diventare un’enorme fogna maleodorante, in cui veniva gettato ogni tipo di rifiuto, creando costante pericolo di epidemie e malattie per gli abitanti della città. Fu anche per questo motivo che venne gradualmente coperto.

Dalla frazione di San Lorenzo in Noceto, dove, alla chiusa di Calanco, prende acqua dal fiume Rabbi, fino alla frazione di Coccolia (in provincia di Ravenna), il canale misura una lunghezza complessiva di 23 km. Attraversa la città da Porta Ravaldino fino a via della Grata e fra l’ingresso alle mura di Ravaldino e l’uscita alle mura del Pelacano il suo dislivello è di 12,48 metri.

Il tunnel sotterraneo in cui scorre, mediamente largo 4-5 metri e alto 2-3 metri, con adeguati interventi di messa in sicurezza, sarebbe percorribile nei 1.895 metri cittadini, creando una suggestiva e originalissima camminata sotterranea attraverso il centro di Forlì.

 

Percorso cittadino del Canale di Ravaldino a livello stradale

 

- Primo tratto (930 metri), corrispondente, quasi certamente, all’andamento del vecchio fiume Acquaviva (Rabbi): da piazzale Ravaldino, in direzione del centro, si prende a sinistra via Duca Valentino; a piazzale Bonzanino si gira destra in via Caterina Sforza (dove all’incrocio con Sara Levi Nathan sorgeva il mulino Faliceto); da qui si svolta a destra in via Porta Merlonia, poi subito a sinistra in vicolo Faliceto; si prosegue su via Brosi, quindi su via Melchiorre Missirini fino a corso Diaz; da qui si avanza verso piazza Saffi, attraversando corso Garibaldi (ponte del Pane), si percorre il portico del Comune (ponte Buio); oltrepassando via delle Torri (ponte dei Cavalieri) si resta sotto il loggiato degli Uffici Statali, al termine del quale si gira a sinistra in via Pedriali (ponte di San Pietro in Scotto).

 

- Secondo tratto (720 metri): tenendo sulla destra Torre Numai si imbocca la strada omonima che termina in via Pisacane; qui il canale attraversa l’isolato e giunge nell’attuale piazza Cavour dove, sulla recente pavimentazione, ne è stata riportata la linea di scorrimento. Il suo corso procede tra il cortile della Prefettura e quello del Foro Annonario proseguendo, oltre via dei Mille, in via Cesare Majoli e da qui in via Luigi Nanni. Procede quindi in via Canale, dove tra le case se ne può osservare un breve tratto ancora scoperto, e in via Molino della Ripa, un tempo sede del mulino omonimo.

- Terzo tratto (245 metri): da via della Ripa, attraverso via della Grata, il canale esce rettilineo dalla città. Oltrepassato viale Italia, dove un tempo sorgevano le mura cittadine, il corso d’acqua prosegue fino alla sua confluenza col Ronco, nei pressi del mulino Spadoni, nella frazione ravennate di Coccolia.


Marco Viroli

lunedì 28 marzo 2022

ARGOMENTI:     solidarietà