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Relazioni tossiche o solide e felici?

Relazioni tossiche o solide e felici?

LA VITA è fatta di relazioni… da quando nasciamo a tutti i giorni della nostra vita. Con le persone, con i nostri famigliari, parenti, con la vita, con la malattia, con la gioia, con il dolore. Purtroppo, la mancanza di volontà nell’impegnarsi profondamente, entrare in un processo emozionale che ci impegni, che preveda una grande responsabilità e profondità è la causa di molte relazioni tossiche.

La prima ragione è che manca una sana consapevolezza, manca la profondità, molte persone cercano una relazione di coppia perché hanno paura della solitudine, hanno dentro sé vuoti esistenziali, oppure hanno grande necessità di accettazione, amore e li ricercano all’esterno prima che dentro sé stessi; quindi, si parte già da una mancanza. Invece di cercare di colmare una propria mancanza si deve andare a lavorare sulla propria integrità interiore, uno stato di piena consapevolezza dell’essere. Persone che decidono di chiudere una relazione con un sms, o un whatsapp, diventano poi fantasmi inarrivabili che bloccano l’altro sui social, irraggiungibili e che portano l’altro a minare la propria autostima, a sentire un rifiuto molto forte, in grado di aprire voragini nella psiche di un individuo. Essere messi in panchina, invece da quelle persone che sono eternamente indecise, non si sbilanciano mai completamente, e ti lasciano una vita in attesa, in attesa del matrimonio, di un figlio, ecc è il cosiddetto fenomeno “benching”: se non si hanno strumenti di consapevolezza ciò potrebbe devastare la propria autostima e comportare una dispersione di energia molto alta. Occorre esplorare queste dinamiche, da una parte e dall’altra, senza voler individuare un carnefice ed una vittima. Le relazioni tossiche sono quelle che ci mostrano schemi che spesso si ripetono; nelle relazioni tossiche manca il sostegno, ci si indebolisce a vicenda, manca il rispetto reale, la complicità e la coesione tra i due. A prescindere dal fatto che siano relazioni tradizionali o nate sul web (online) c’è una mancanza di rispetto ed educazione alla responsabilità. Se ci sentiamo esauriti a livello energetico e tristi, sopraffatti dalla situazione di insoddisfazione profonda e ci sono incertezze e schemi irrisolti creata da un principio di mancanza allora stiamo vivendo una relazione tossica.

La domanda che mi devo fare è: do valore a me stesso?

Sono in grado di amare me stesso per poter amare l’altro? Dobbiamo riconoscere il valore dell’altro, averne stima ed ammirazione,  la comunicazione è la chiave. Se l’altro si rinchiude nel suo silenzio per punirti o se parlando ti svaluta, allora fuggi da questa relazione tossica. L’unico modo di risolvere queste dinamiche è cavalcare, attraversare quella sofferenza per comprendere, risolvere i propri irrisolti ed iniziare a comprendere un cammino di consapevolezza. La domanda che mi devo fare è: mi sento felice con l’altra persona? Mi sta dando qualcosa? Io cosa le sto dando? Controllo, manipolazione o gelosia estrema, risentimento, rancore (dal latino rancere, ovvero rancido, incidito) portano ad un deterioramento del rapporto che non permette di lasciarsi andare. Tendenza a mentire per evitare conflitti, omissioni o bugie bianche e stress costante sono sintomi di una relazione tossica. Tanto più noi giudichiamo o cerchiamo di controllare quella sofferenza e più non la supereremo mai. Spesso siamo profondamente legati a quel dolore perché abbiamo un senso di sicurezza di ciò che è noto. L’incertezza dev’essere solo una spinta, un flusso alla vita, per abbandonarci ma con discernimento del cuore. Il cuore ci aiuta a comprendere se quella è la persona giusta per noi, fermarsi ad ascoltare e a riconoscere. Nessuno ci può preparare al dolore, alle delusioni, all’amore, solo la vita stessa, vivendola; abbiamo una paura profonda del non sapere, viviamo in una costante tensione di non essere abbastanza.

È la relazione con sé stessi: abbracciarci, abbracciare la nostra ignoranza, il nostro non sapere, dobbiamo imparare a lasciarci abbracciare, amare, dire a noi stessi “non ti abbandonerò mai”.

Dobbiamo lasciarci andare, lasciar andare il controllo, dobbiamo fidarci dell’altro, solo così potremo vivere una relaziona sana.

Pensate ai momenti in cui eravamo appena nati: dovevamo affidarci e lasciarci andare, senza se o ma alle cure di nostra madre; da qui nasce quella capacità di dover ricontattare quel tipo di fragilità così pura per lasciarci andare ed esporci con delicatezza correndo il rischio di essere amati e di trovare qualcuno che si prenda cura di noi fidandoci e lasciando andare il controllo. Solo così potremo vivere una relazione sana. 


Ogni relazione può essere inconsapevole oppure essere uno specchio di ciò che siamo: luce e ombra. Bisogna creare un ambiente sano, che permetta in primis l’integrità e la conoscenza di noi stessi , con la  capacità di ascolto e di comprensione reciproca.

 

Non deve mancare sia l’aspetto passionale, il fuoco che arde, sia l’aspetto sentimentale: i valori comuni per cui vale la pena vivere assieme (amore, rispetto, cura, sincerità, intimità). La relazione deve essere un cammino fatto insieme, di crescita, in cui si comprende l’unicità dell’altro. Con la piena consapevolezza del nostro io interiore, vi auguro  Buon Viaggio nel mare delle relazioni cercando di trovare sempre l’equilibrio e la stabilità sulla vostra barchetta a remi.Ci sarà sempre chi rema di più e chi meno, l’importante è non affondare !

 

 

Annalisa Calandrini, Naturopata , reg. iscritta all’AIN

Conduce percorsi di crescita e consapevolezza interiori

Per INFO : 333/7244927  - annac8056@gmail.com


Annalisa Calandrini

lunedì 19 giugno 2023

ARGOMENTI:     naturopata salute