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E va su…

E va su…

Quando.

Quando la fatica supera il gusto.

Ma lui pelato, non ne voleva sapere.

Un omino con le ruote contro tutto il mondo.

E poi. Poi capita che quel diritto alla fatica ti venga improvvisamente tolto. Il diritto all’agonia, da abbreviare a ogni tornante. L’orecchino che brilla al sole, insieme a quella pendenza che cresce inarrestabile. Come la sua fatica.

Inarrestabile.

“Perché vai così forte in salita?”. Ci aveva pensato un attimo e aveva risposto, questo non riesco a dimenticarlo: “Per abbreviare la mia agonia”.

Come disse un giorno a uno stupito Gianni Mura.

Quando gli incidenti non riescono a fermarlo, ci pensa una mattina a Madonna di Campiglio. E da quel giorno, Marco Pantani non c’è più stato.

Non c’era più.

Rimase un’emozione. Lunghissima come le sue salite tra Italia e Francia, per un destino ironico e spietato che te lo fa ricordare, proprio perché il più rapido a scalare il “Monte Calvo” ancora oggi è stato lui. 46 minuti in tutto per percorre 21 km di fuoco, deserto e sole. Dove il cuore di Tom Simpson scoppia vittima delle anfetamine. E poi l’Alpe d’Huez e quella catena che a Oropa salta, facendolo diventare uno sprinter in salita.

E va su…

Aspettavi solo l’istante in cui la bandana volava in aria e tu dal televisore pensavi soltanto: “Ecco adesso parte.”

Senza calcoli apparenti. Per finire quell’agonia che quanto prima andava terminata. Senza tempo per voltarsi indietro. Quando vince il Giro d’Italia vorrebbe fermarsi, almeno un attimo.

Ma non può.

“Luciano avrebbe voluto che andassi.”

Arriva al Tour de France come uno scappato di casa. Senza allenamento. Senza forza nelle gambe. Ma Luciano avrebbe voluto così. Luciano Pezzi. Un ciclista partigiano, il mentore della sua carriera. Cinque minuti da Hullrich la prima settimana. Poi arriva la pioggia e il freddo di Les Deux Alpes. Li schianta tutti e sul tedesco di minuti ne guadagna nove. La maglia gialla a Parigi con Gimondi sul podio, come fu per Luciano 33 anni prima al fianco di Felice.

Così da allora, più nessuno ha vinto Giro e Tour lo stesso anno.

In perfetta e mistica agonia.

Ciao, Pantadattilo.

E va su…

Foto Studio Frasca


Emiliano Tozzi

giovedì 21 marzo 2024

ARGOMENTI:     ciclismo sport