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Forlì Open Music 2025, dal 30 ottobre al 2 novembre.

Fondazione Masini a Forlì.

Forlì Open Music 2025, dal 30 ottobre al 2 novembre.

Dal 30 ottobre al 2 novembre si terrà la decima edizione del festival Forlì Open Music, che si svolgerà alla Sala Sangiorgi della Fondazione Masini.

Il Forlì Open Music è una rassegna unica nel suo genere, da sempre contenitore di linguaggi artistici diversi e luogo di incontro tra forme culturali sempre nuove, grazie alla diversità dei linguaggi musicali proposti, che per la sua nona edizione torna a parlare di musica del presente, accogliendo artisti di fama internazionale ma anche talenti nostrani, e focalizzandosi sulle nuove generazioni di musicisti, giovani ma già affermati.

Un festival che si è fin da subito distinto per la sua trasversalità rispetto a vari mondi musicali; intenzionalmente la musica della tradizione storica si intreccia con quella del presente, in un’azione dalla forte connotazione divulgativa.

Si intende porre attenzione e sensibilizzare gli ascoltatori su musiche diverse nate nello stesso contesto storico. Non proporre semplicemente il prodotto finale, ma mostrare luoghi ed espressioni sonore del pensiero. Una musica che può essere scrittura ma anche realizzazione estemporanea, improvvisazione, sperimentazione, evocazione.


La lista degli ospiti annovera il musicologo Franco Masotti con una masterclass rivolta agli studenti del Liceo Artistico e Musicale “Canova” e della Fondazione Masini dal titolo There’s Joy in Repetition. Corsi e ricorsi nel minimalismo musicale, il Masini Jazz Ensemble, il polistrumentista Marco Colonna, che terrà due sessioni con gli studenti del Liceo Musicale Canova e Fondazione Masini; Maddalena Novati, che terrà la masterclass Dagli intonarumori di Luigi Russolo allo Studio di Fonologia Musicale della Rai, rivolto agli studenti del Canova e Fondazione Masini, l’ensemble di otto contrabbassi Ludus Gravis (ma al FOM presente con una formazione a quattro), nato nel 2010 dall’incontro tra Stefano Scodanibbio e Daniele Roccato; poi Beaks, ovvero Daniela Cattivelli, elettronica, ed Edoardo Marraffa, sassofoni, il cui progetto sonoro ha origine dall’ascolto, interiorizzazione e trasfigurazione di una varietà di sorgenti sonore, la pianista di origini franco-filippine Margaux Oswald, che da anni si si dedica all'arte dell'improvvisazione libera. Poi tre musicisti di Spazio Musica – Sandro Mungianu (clarinetto aumentato ed elettronica), Sergio Sorrentino (chitarra elettrica ed elettronica) e Fabrizio Casti (elettronica) – sonorizzeranno dal vivo il capolavoro dell’espressionismo tedesco Nosferatu. Canto Trio (Lucian Ban, piano, Marco Colonna, clarinetto basso, Mat Maneri, viola), tre musicisti che sanno essere jazzisti, capaci di essere interpreti classici e di lanciarsi verso l’ignoto della creazione istantanea; il sorprendente trio italiano She’s Analog, il duo composto dal pioniere della musica sperimentale britannica David Toop e dal vibrafonista Sergio Armaroli, che presenterà l’album And I Entered Into Sleep, infine Frelosa è un ensemble d’eccezione formato da tre protagonisti assoluti dell’improvvisazione contemporanea, il leggendario Fred Frith alla chitarra elettrica, la visionaria Lotte Anker al sassofono e l’eclettico Samuel Dühsler alla batteria.


I PROTAGONISTI

Frelosa (Fred Frith – Lotte Anker – Samuel Dühsler)

Frelosa è un ensemble d’eccezione formato da tre protagonisti assoluti dell’improvvisazione contemporanea, il leggendario Fred Frith alla chitarra elettrica, la visionaria Lotte Anker al sassofono e l’eclettico Samuel Dühsler alla batteria. Durante la serata, il trio eseguirà dal vivo il loro acclamato album Storytelling, pubblicato nel 2017 dall’etichetta Intuition all’interno della rinomata serie European Jazz Legends. La rivista tedesca Jazz Thing definisce l’album come un’esperienza sonora che affonda le radici in atmosfere arcaiche e rituali, dove l’intuizione guida ogni gesto musicale. Non è tanto la narrazione a catturare l’ascoltatore, quanto il processo stesso del raccontare, trasformato in una vera e propria avventura sonora. Un viaggio in cui l’abbandono al momento genera una tensione vibrante, libera e profondamente umana. Fred Frith racconta che la sintonia con Lotte Anker è stata immediata fin dal primo incontro. Suonare insieme è apparso da subito naturale e inevitabile, come se la musica esistesse già, pronta a manifestarsi, e il loro unico compito fosse semplicemente lasciarla fluire. Da questa fiducia reciproca nasce un linguaggio sonoro rilassato, flessibile e al contempo sorprendentemente semplice e diretto. Con Samuel Dühsler, invece, la connessione si tinge di una tensione diversa: un continuo gioco tra stabilità e sorpresa. Frith descrive l’esperienza con il batterista come un delicato equilibrio tra controllo e caos, in cui ogni gesto musicale è attraversato da un umorismo disarmante e da una grazia che sovverte le aspettative. Dühsler ha la capacità di scuotere le fondamenta del dialogo musicale, provocando cambi di prospettiva improvvisi e piccole scosse creative che mantengono tutti costantemente all’erta.


Margaux Oswald

Margaux Oswald è una pianista di origini franco-filippine, nata a Ginevra e attualmente residente a Copenaghen. Suona il pianoforte dall'età di 5 anni e ora si dedica all'arte dell'improvvisazione libera. Oswald ha attirato l'attenzione internazionale per i suoi concerti di pianoforte solista improvvisati liberamente sin dall'uscita del suo album di debutto Dysphotic Zone nel 2022. Il suo lavoro suscita spesso reazioni poetiche. La sua musica affronta gli estremi: violenza e fragilità, luce e oscurità, intensità e silenzio. Bilancia sapientemente l'intimo, il lirico e il delicato con il forte, il passionale e l'estremo, il tutto legato da un innato senso del dramma. Il titolo dell'album fa riferimento allo strato oceanico compreso tra i 200 e i 1.000 metri di profondità. In questa zona, l'intensità della luce si dissipa rapidamente con l'aumentare della profondità. La quantità di luce che penetra oltre i 200 metri di profondità è talmente minuscola che la fotosintesi non è più possibile.

Ludus Gravis

Ludus Gravis è un ensemble di soli contrabbassi. Fin dal suo debutto nel 2010 ha rappresentato un’autentica novità nel panorama musicale contemporaneo attirando l’attenzione dei maggiori compositori e ricevendo inviti da molti dei più prestigiosi festival musicali europei. Per Ludus Gravis hanno scritto (in ordine casuale) Hans Werner Henze, Sofia Gubaidulina, Salvatore Sciarrino, Terry Riley, Gavin Bryars, Julio Estrada, Stefano Scodanibbio, Fabio Cifariello Ciardi, Luigi Ceccarelli, Nicola Sani, Filippo Perocco, Francesco Antonioni, Edgar Alandia, Tonino Battista (per citarne alcuni). L’attività dell’ensemble si estende nei campi del teatro, della danza, della letteratura, della poesia, delle arti visive, del cinema muto e contempla progetti con accompagnamento d’orchestra e con live electronics.  Ludus Gravis nei suoi programmi intreccia a volte brani contemporanei con trascrizioni ed elaborazioni del repertorio vocale dei secoli XIV – XVII (Ockeghem, Palestrina, Gesualdo, Monteverdi) seguendo l’antica prassi di trasposizione su consort strumentale. In questi casi si formano percorsi nei quali i singoli pezzi diventano elementi di una macrostruttura, dove il concetto stesso di “musica contemporanea” perde i suoi connotati temporali. L’ensemble è composto generalmente da otto contrabbassi ma il numero varia da quattro a dodici in relazione al programma. Ludus Gravis ha registrato per le etichette discografiche ECM, WERGO, PDM Records (Parco Della Musica Records). BBC Radio, Rai Radio3 e il canale televisivo SkyArte hanno trasmesso concerti dell’ensemble. Il gruppo è nato dall’incontro tra Stefano Scodanibbio e Daniele Roccato.  Scodanibbio (1956 – 2012) è stato il contrabbassista più influente e innovativo del XX secolo. Roccato, attuale solista e direttore musicale, è considerato uno dei maggiori contrabbassisti in attività. La ricerca e l’attività artistica di Ludus Gravis è stata supportata da SIAE, Comune di Roma, Regione Emilia-Romagna, Unione Buddista Italiana.

Marco Colonna

Polistrumentista (ma il suo strumento prediletto è il clarinetto basso), compositore e scrittore romano, classe 1978, Marco Colonna è uno dei nomi più in vista del jazz italiano odierno più versato alla sperimentazione. Attivo da oramai vent’anni nei più diversi ambienti musicali, si forma frequentando il conservatorio di Frosinone e seminari con Alfredo Impulliti e Achille Succi, specializzandosi poi nell’esecuzione di musica contemporanea con il maestro Harry Sparnaay. Dedicatario di molte opere per clarinetto basso e clarinetto contrabbasso solo di compositori come Giorgio Colombo Taccani, Dan Di Maggio e Sofia Mikaelyan, si occupa di musica per teatro, cinema e documentari. In ambito jazzistico suona con Andrew Cyrille, Gebhard Ulmann, Omar Tamez, Michele Rabbia, Silvia Bolognesi, Eugenio Colombo e molti altri, ma le sue esperienze abbracciano anche il nuovo folk grazie all’incontro con il gruppo Acquaragia Drom, con cui registra il disco Rom Kaffè.

Nel 2003 ha fatto parte dell’orchestra di Butch Morris, l’ideatore di Conduction, un tipo di improvvisazione libera strutturata in cui si dirige un ensemble con una serie di gesti (tendenzialmente preordinati) delle mani e della bacchetta.


Canto Trio (Lucian Ban, piano, Marco Colonna, clarinetto basso, Mat Maneri, viola)

La musica è un oceano che le geografie dei viaggiatori hanno voluto dividere e nominare, per individuare caratteri e memorie. Ma la memoria antica dell’acqua ci rimanda a un’unica grande “madre” degli oceani. Quella Pantalassa da cui tutti i percorsi delle acque hanno origine. Così, in musica, la divisione fra i generi ha portato ad una divisione, che ha costruito il gusto e l’identità di generazioni di musicisti e ascoltatori. Nel tempo pochi hanno cercato di tenere in evidenza le relazioni mai sopite fra tutte le declinazioni estetiche che si sono succedute o che hanno convissuto, mantenendo in vita quella rete di connessioni vitali che fanno della musica un linguaggio ecumenico, espressione di sensibilità emotiva e geografia dell’intimo che sempre di più è chiamata a essere. E il primo e più importante legame di questa rete è il Canto. Musicisti che sanno essere jazzisti, capaci di essere interpreti classici e di lanciarsi verso l’ignoto della creazione istantanea, a servizio di questa profonda cura per la memoria di tutto. Questo trio nasce per essere questo: uno strumento evidente di unità e poesia.


Sergio Armaroli, David Toop

Dal suo debutto del 1975, New and Rediscovered Musical Instruments, David Toop è stato considerato un pioniere della musica sperimentale e improvvisata britannica: un viaggiatore sonoro che ha continuamente sfidato le fonti e la materialità del suono attraverso performance rigorosamente ponderate, un vasto catalogo di registrazioni e un flusso costante di testi altamente influenti. Sia come membro degli Alterations, il suo gruppo di rottura con Peter Cusack, Terry Day e Steve Beresford attivo dal 1977 al 1986, sia attraverso il suo notevole lavoro con artisti come Rie Nakajima, Thurston Moore, Paul Burwell, Rhodri Davies, Lee Patterson, Ryuichi Sakamoto, Akio Suzuki, Elaine Mitchener e molti altri, la collaborazione ha sempre avuto un ruolo centrale nella pratica singolare di Toop, ma pochi possono vantare il senso di bellezza e intimità che si respira in And I Entered Into Sleep, del 2025, la sua prima registrazione con Sergio Armaroli. Compositore, percussionista, vibrafonista e artista multidisciplinare, Armaroli da decenni propone gesti musicali radicali e all'avanguardia, lavorando come uno dei più importanti interpreti italiani di compositori come Giacinto Scelsi, John Cage, Franco Evangelisti, Giancarlo Schiaffini e Walter Branchi, sia come solista che come membro del rinomato Rib Trio, oltre a forgiare una pratica singolare come compositore, intrecciando i suoi sforzi di pittore, percussionista concreto, poeta frammentario e artista del suono, all'interno di un'arte totale, radicata “nel linguaggio del jazz e dell'improvvisazione” come “estensione del concetto di arte”. Come Toop, anche la carriera di Armaroli è stata costellata da numerose collaborazioni, in particolare con Riccardo Sinigaglia, Alvin Curran e Walter Prati, tra gli altri, ponendo le basi per un incontro straordinario tra i due.

Con Armaroli al vibrafono e al vibrafono preparato e Toop all'elettronica, And I Entered Into Sleep è “un viaggio sonoro, una suggestione proustiana alla Recherche, nell'inconscio tra suoni elettronici e acustici”.

Beaks (Daniela Cattivelli, elettronica – Edoardo Marraffa, sassofoni)

Il progetto sonoro del duo ha origine dall’ascolto, interiorizzazione e trasfigurazione di una varietà di sorgenti sonore: il canto degli uccelli, quello di macchinari industriali e attrezzi artigianali, metropoli e campagne, architetture e distruzioni, sogni, incubi e altro ancora. L’ascolto si tramuta in interazione e scambio che portano ad una sintesi compositiva elaborata in tempo reale dai due musicisti. Daniela Cattivelli è sound artist e compositrice elettroacustica con base a Bologna. Ha iniziato come sassofonista, formandosi attraverso una varietà di esperienze musicali: dalla musica industriale a quella colta contemporanea, da quella improvvisata alla musica di scena. Tra il 1990 e il 2000 ha fondato, insieme ad altri musicisti bolognesi, diversi gruppi musicali: Laboratorio Musica & Immagine, Fastilio, Eva Kant, Antenata. L'ambito di indagine sulla ricerca sonora si è successivamente esteso a esperienze artistiche interdisciplinari e all’adozione di dispositivi elettronici digitali e analogici. Edoardo Marraffa, considerato oggi uno dei maggiori esponenti della musica improvvisata in Italia, da più di 20 anni lavora sul suono del saxofono, in particolare il tenore, esplorando i confini del suo potenziale espressivo. Ciò gli ha consentito di sviluppare sullo strumento una voce unica, che mantiene un legame molto forte con la tradizione nonostante il carattere fortemente sperimentale delle sue esplorazioni.

She’s Analog

Nel novembre del 1926, Tina Modotti scriveva: “Accetto il tragico conflitto tra la vita che cambia continuamente e la forma, che immutabilmente la fissa nel tempo”. No longer, not yet, il secondo album di She's Analog uscito a maggio 2025 per l’etichetta francese Carton e l’taliana Torto Editions, è una zona di transito, in cui tutto si dispiega e fiorisce. Una zona di transito non esclusivamente musicale, che rappresenta quello spazio liminare in cui ci muoviamo e creiamo, staccandoci da ciò che ci lasciamo alle spalle, e aprendoci a ciò che potrebbe accadere in futuro. Con alle spalle concerti in Italia e all’estero e il riconoscimento del 12 Points Festival, She’s Analog si conferma una delle voci più originali della nuova scena europea.

«Movimento, trasformazione, metodo e delirio: a metà strada tra forma canzone, rock evoluto e con l’orecchio attentissimo alle deviazioni elettroniche della contemporaneità». Nazim Comunale, Blow Up (Luglio 2025)
Spazio Musica sonorizza Nosferatu

L’Associazione Spazio Musica è stata fondata nel 1982 da Franco Oppo, compositore e musicista di fama internazionale, e da allora è una realtà riconosciuta e accreditata nel panorama musicale regionale e nazionale italiano. In questa occasione la formazione è composta da Sandro Mungianu (clarinetto aumentato ed elettronica), Sergio Sorrentino (chitarra elettrica ed elettronica) e Fabrizio Casti (elettronica). Un'esperienza cinematografica unica prende vita con la sonorizzazione dal vivo del capolavoro del cinema espressionista Nosferatu (1922) di F.W. Murnau. Considerato uno dei primi e più influenti film horror della storia, Nosferatu è un adattamento non ufficiale del Dracula di Bram Stoker, con il terrificante conte Orlok - interpretato da Max Schreck - che incarna un vampiro spettrale e inquietante, immerso in un’estetica gotica e deformata tipica dell’Espressionismo tedesco. I suoni elettronici di Fabrizio Casti, il clarinetto aumentato di Sandro Mungianu, la chitarra elettrica e laptop di Sergio Sorrentino si uniscono in un’atmosfera oscura e suggestiva, amplificando il potere evocativo delle immagini. La nuova colonna sonora restituisce nuova profondità alla narrazione, enfatizzando il senso di mistero, terrore e inquietudine che permeano il film. Un incontro tra passato e presente, tra visione e suono, che trasforma la proiezione in un evento immersivo capace di far riscoprire Nosferatu in una luce completamente nuova.

IL PROGRAMMA

30 ottobre - 2 novembre (Sala Sangiorgi Fondazione Masini)

FORLÌ OPEN MUSIC

giovedì 30 ottobre

ore 12 – Franco Masotti

Masterclass There’s Joy in Repetition. Corsi e ricorsi nel minimalismo musicale, rivolto agli studenti del Liceo Artistico e Musicale Canova e Fondazione Masini - In collaborazione con Dai De Jazz

Dalle ore 14.30 alle 17.30 Marco Colonna terrà una sessione con gli studenti

ore 21 - in collaborazione con Fondazione Masini

Masini Jazz Ensemble

venerdì 31 ottobre

Dalle ore 9 alle 11 Marco Colonna terrà una sessione con gli studenti

ore 10 - Maddalena Novati

Masterclass Dagli intonarumori di Luigi Russolo allo Studio di Fonologia Musicale della Rai, rivolto agli studenti del Canova e Fondazione Masini - In collaborazione con Associazione Threes – Milan

ore 11.30 - Conduction di Marco Colonna con studenti di Canova e Masini - in collaborazione con Dai De Jazz

sabato 1 novembre

ore 11.30 – Ludus Gravis

Daniele Roccato – contrabbasso

Giacomo Piermatti – contrabbasso

Rocco Castellani – contrabbasso

Yvonne Scarpellini – contrabbasso

Programma:

John Cage (1912 – 1992)

Dream

Ludus Gravis (collettivo)

Intermission #6

Louis Andriessen (1939 – 2021)   

Workers Union

ore 12.00 - Beaks

Edoardo Marraffa - sax

Daniela Cattivelli - elettroniche

ore 18.00 - Margaux Oswald (pianoforte)

ore 19.00 - Spazio Musica sonorizza Nosferatu

Sandro Mungianu – clarinetto aumentato, elettroniche

Sergio Sorrentino – chitarra elettrica, elettroniche

Fabrizio Casti – elettroniche

domenica 2 novembre

ore 11.30 – Canto Trio

Marco Colonna - clarinetto basso

Lucian Ban - pianoforte

Matt Maneri - viola

ore 12.00 – She’s Analog

Stefano Calderano - chitarra, sound design

Luca Sguera - piano Rhodes, Prophet

Giovanni Iacovella - batteria, synth, live electronics

ore 18.00 – Sergio Armaroli (vibrafono), David Toop (elettroniche)

ore 19.00 – Frelosa

Fred Frith - chitarra elettrica

Lotte Anker - sax

Samuel Dühsler - batteria, percussioni

INFO

areasismica.it


Redazione Diogene

venerdì 24 ottobre 2025

ARGOMENTI:     eventi forlì open music