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I VICINI SCOMODI dall’omonimo romanzo di Roberto Matatia

Rocca San Casciano, Sabato 17 gennaio 2026 – ore 21.00 TEATRO ITALIA

I VICINI SCOMODI dall’omonimo romanzo di Roberto Matatia

Produzione: Teatro delle Forchette Regia: Giuseppe Verrelli. 

LO SPETTACOLO

Nissim Matatia è un giovane e intraprendente ebreo greco, nativo di Corfù. All’inizio del Novecento lascia la sua terra per trasferirsi in Italia, stabilendosi a Forlì, dove apre una pellicceria che in pochi anni diventa un’attività stimata e frequentata. Sposato con Matilde Hakim, correligionaria originaria di Smirne, ha tre figli: Beniamino detto Nino, Camelia e Roberto.

La famiglia trascorre serene estati a Riccione, dove nel 1930 Nissim acquista una graziosa villetta in mattoni rossi, con un ampio giardino che si spinge quasi fino alla spiaggia, in fondo a Viale Ceccarini. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi: il lavoro prospera, i rapporti con esponenti del regime fascista sono cordiali e consolidati, le loro mogli frequentano il negozio, il giro di conoscenze è composto da persone influenti.

Ma proprio di fronte alla casa dei Matatia, l’ex Villa Margherita diventa la residenza estiva di Benito Mussolini. Nel frattempo il legame tra Mussolini e Hitler si fa sempre più stretto e la propaganda antisemita, ormai quotidiana e martellante, prepara il terreno alle leggi razziali. Nonostante i segnali sempre più inquietanti, Nissim si rifiuta di vendere la casa di Riccione e non prende in considerazione l’idea di lasciare l’Italia, che sente ormai come la propria patria, anche se non ne ha ancora ottenuto la cittadinanza. Diversamente dai fratelli, che meditano seriamente la fuga, Nissim resta.

Dolore, paura e scoraggiamento accompagnano l’attesa, fino al crollo definitivo di ogni illusione con l’emanazione delle famigerate leggi razziali del settembre 1938, seguite da una miriade di disposizioni, circolari e normative vessatorie.

Ha così inizio la tragica odissea della famiglia Matatia: persecuzioni, umiliazioni indicibili – come la forzata vendita della casa al mare a un prezzo irrisorio – speranze spezzate, il rientro clandestino di Nissim che non riesce a stare lontano dai suoi, nascondigli, tradimenti. L’arresto, in momenti diversi, di tutti i membri della famiglia e infine la deportazione verso il luogo simbolo dell’orrore: Auschwitz.

I Vicini Scomodi è una potente testimonianza teatrale che restituisce memoria e umanità a una storia vera, ricordando come l’indifferenza e la complicità possano trasformarsi in tragedia.

NOTE DI REGIA

Il libro di Roberto Matatia mi ha colpito sin dalle prime pagine: un testo capace di trascinare immediatamente il lettore dentro le vicende della famiglia Matatia. Il primo istinto è stato quello di rendere omaggio, nel modo più rispettoso possibile, alla memoria della sua famiglia e al ricordo di un’epoca che non può e non deve essere cancellata, né dalla coscienza collettiva né dai manuali di storia.

Si tratta di una pagina della nostra Italia che ancora oggi fa discutere e riflettere, un periodo storico di fronte al quale troppo spesso si preferisce indossare i paraocchi e procedere dritti nelle proprie convinzioni, piuttosto che fermarsi a ragionare, studiare e comprendere il passato per affrontare con maggiore consapevolezza il presente e l’incertezza di un futuro sempre più offuscato da ciò che accade intorno a noi.

Lo spettacolo è costruito attraverso suono e musica, sia a livello strumentale sia, soprattutto, vocale. Un omaggio dichiarato al teatro radiofonico, al radiodramma, dove la parola e la voce diventano strumenti evocativi potenti. L’attore, in questa dimensione, non si limita a raccontare, ma lascia che la memoria attraversi le pagine del libro, approdi sul palcoscenico e raggiunga direttamente gli spettatori.

I Vicini Scomodi vuole così suggerire che la questione dei “vicini scomodi” non appartiene soltanto al passato, né riguarda unicamente la famiglia Matatia e il Duce. È un tema attuale, quotidiano. Cosa pensiamo realmente dei nostri vicini di casa? Ci interessa la loro vita? Siamo forse troppo curiosi, o al contrario preferiamo chiuderci nel nostro piccolo orticello, evitando di guardare e pensare a ciò che accade nel resto del mondo?

Giuseppe Verrelli
Regista

IL RADIODRAMMA – CONTESTO STORICO

Il riferimento al radiodramma non è soltanto una scelta estetica, ma un preciso richiamo a una forma espressiva che ha segnato profondamente la storia del teatro e della comunicazione del Novecento. Nato come testo teatrale pensato specificamente per la radio, il radiodramma affida alla voce, ai suoni e alla musica il compito di costruire mondi, evocare atmosfere e dare corpo alle emozioni dell’ascoltatore.

I primi esperimenti risalgono agli anni Venti del secolo scorso: nel 1924 la BBC trasmette Danger di Richard Hughes, considerato il primo radiodramma della storia. A breve distanza seguono le esperienze francesi con Maremoto di Pierre Cusy e Gabriel Germinet e quelle tedesche con Spuk di Rolf Gunold. Anche l’Italia si inserisce presto in questo nuovo linguaggio: nel 1927 l’EIAR manda in onda da Milano Venerdì 13 di Mario Vugliano, primo adattamento radiofonico di un testo teatrale, mentre il primo radiodramma originale italiano arriva nel 1929 con L’anello di Teodosio di Luigi Chiarelli.

È però nel secondo dopoguerra, con la nascita della RAI, che il radiodramma conosce la sua stagione più fortunata. Sotto la direzione di Ettore Giannini, le produzioni del Programma Nazionale e del Terzo Programma conquistano un pubblico vastissimo, vengono replicate più volte e diventano oggetto di recensioni e dibattiti sulla stampa. In quegli anni firmano radiodrammi autori come Eduardo De Filippo, Vasco Pratolini, Giuseppe Patroni Griffi, Primo Levi e Diego Fabbri, mentre la regia è affidata a nomi di primo piano quali Anton Giulio Majano, Sandro Bolchi e Luigi Squarzina.

Dopo un periodo di progressivo declino, il radiodramma sta oggi vivendo una nuova fase di interesse, favorita dalle possibilità offerte dall’editoria digitale e dalla diffusione di audiolibri e contenuti sonori. Un linguaggio antico e al tempo stesso attualissimo, che I Vicini Scomodi recupera e rilegge in chiave teatrale, trasformando la memoria in voce viva e condivisa.

 


BIGLIETTERIA

Intero: € 20,00
Ridotto: € 15,00
(Under 25, Over 65, universitari, residenti del Comune di Rocca San Casciano, soci T.D.F., FoEmozioni)



Redazione Diogene

lunedì 15 dicembre 2025

ARGOMENTI:     teatro teatro delle forchette