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Jody e Gilles

Jody e Gilles

18 gennaio.

29 gennaio 1950.

Quale differenza possono fare 11 giorni alla nascita?

Quella racchiusa in un numero. Portato sul muso di una monoposto di Formula 1 come la T4 di Schekter a Monza. Jody  campione del mondo con la Ferrari. Gilles alle sue spalle appena dietro. A scortarlo al traguardo da fedele scudiero, difendendolo  dagli attacchi impulsivi della Ligier di Laffite. L’unico ancora in grado di contendergli il titolo, insieme al compagno di squadra canadese. Gilles ha dato la sua parola. Non attaccherà, anzi, difenderà il collega sudafricano. In nome di una lealtà e un’amicizia che nella storia delle corse non apparterrà a nessun altro volto.

Che non siano quelli dell’allora coppia di piloti ferraristi.

Fa un certo effetto, ripensare a una simile emozione. Capace di accompagnare il pubblico del Gran Premio d’Italia,  lungo tutto il circuito di Monza. Mentre bucava cartelloni, bivaccava sotto gli alberi del Parco Reale in attesa della festa. Una Rave party ferrarista a cilindri e pistoni. Il nono per la Rossa, da quel primo titolo conquistato da Ascari nel ’52. Certo, oramai è tutto sbiadito dal tempo ma pur sempre presente nella mente di chi c’era. Tuta bianca. Gomma del Ponte ricamata sopra, banda gialla sul casco, col proprio nome in bella vista. Scheckter e l’eterno 12 cilindri boxer dietro la schiena a spingere a più non posso. Di colpo l’ultimo titolo piloti Ferrari, prima dell’avvento dell’era Schumacher torna a rivivere in poche curve, la magia irripetibile di quel 9 settembre 1979.

Anni dopo a Maranello con Jody c’è tutta la famiglia. Manca solo lui.

Il “piccolo” Gilles.

Chissà che parata… sarebbe stata. Due T4 una dietro l’altra, come quel giorno in uscita dalla Parabolica. Dopo 50 giri di pura gloria a motore.

Così non è stato.

Non è successo.

Per quegli undici giorni a dividere le loro date di nascita. Magico affiatamento tra compagni di squadra.

Undici. Il numero della responsabilità.

Jody  come Gilles, oggi come allora un Orso africano e un piccolo Aviatore.

Il più leale di tutti.

Foto Fabio Casadei


Emiliano Tozzi

giovedì 11 agosto 2022

ARGOMENTI:     automobilismo piloti sport