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L’ultima cena di Leclerc

L’ultima cena di Leclerc

Sarà Pasqua. Ecco cos’ho più o meno legittimamente pensato nel trovarmi davanti a Carletto al Montana, circondato da un gruppo di tifosi ferraristi. L’ultima cena di Leonardo, o qualcosa di molto simile.

Un ultimo pasto a descrivere tutto il resto. Bellezza, solitudine, resurrezione. Un mondo che cambia e inevitabilmente con esso lo sport, nelle sue espressioni più immediate e popolari.

 

Solo che. Solo che ecco, non sempre le cose sembrano essere quello che dovrebbero. Fino a interrogarsi sui possibili sviluppi di un campionato in corso, che alla seconda prova stagionale sembra già aver emesso sentenze, senza possibili appelli di sorta. Red Bull imprendibile, il resto del mondo affannosamente impegnato a inseguire, dietro alla sorpresa Aston del redivivo Alonso. Quanto basta. Quanto deve e dovrà  bastare, nel descrivere l’odierno show mediatico in Formula 1.

Invece.

Invece ecco.

Punto uno.

Invece  si scopre ( tanto per dirne una) che la variazione in corsa d’opera del regolamento tecnico diventa prassi esecutiva, tra mettere e togliere norme tecniche. Nemmeno fossero provvisori decreti legge di un altrettanto temporaneo governo con scadenza certificata. A metà dello scorso campionato ci siamo ritrovati con la famigerata TD39 applicata nel bel mezzo della stagione. Macchine alzate di 15 mm in nome della sicurezza. Quest’anno alla seconda prova di campionato, si apprende (non senza un certo…stupore) che tale norma sia stata abrogata già da inizio stagione. Il bello è che nella sostanza ( basterebbe ricordarsi il comportamento in  pista della SF-23 nei test del Bahrein) sembra di essere tornati a una situazione “pre-TD39” senza che, nei fatti, sia realmente cambiato qualcosa. Interrogativi per cui la stessa sicurezza sembra essere polemicamente il pretesto per altro. O per qualcosa di pubblicamente irriferibile a un popolo di “paganti” appassionati.

Punto due.

Il venerdì. Il venerdì fatto di sole prove libere. Venerdì di passione.

La Via Crucis del weekend di gara (è solo Pasqua…non c’entra nulla).

Quello che interessa solo agli ingegneri e non al pubblico. Quello che il troppo stroppia. Quello che la FIA sembra accettare senza colpo ferire.

Quello che non serve perché ogni momento deve avere insito in sé  il vero prurito agonistico. Spettacolo puro e obbligatorio,ogni volta che una monoposto calca l’asfalto di un circuito da Gran Premio.

Eppure.

Eppure tutto questo prodigarsi dietro alla Grande Bellezza della F1…la fa sempre più assomigliare a una donna naturalmente bella che non riesce più a vivere senza le attenzioni del suo chirurgo plastico di fiducia…

Punto Tre.

La notizia.

La notizia vera è che la Ferrari 499P stia girando insieme alla Porsche 963 sul circuito di Spa in occasione di una sessione di test ( ma allora esistono ancora…non è cosa da eretici!!) in vista della 6 Ore che si terrà sul circuito belga a fine aprile.

Quei retrogradi del WEC. Hanno ancora bisogno di mandare una macchina in pista per verificare prestazioni e consistenza della propria vettura. Uno, due, tre giorni. Con Ferrari e Porsche che entrano ed escono dal box di Spa. Silenzio. Non una riga. Non una considerazione da criminologo sull’inclinazione da sopracciglio di un qualsiasi pilota ai box delle Ardenne.

Tutto ciò non è notizia.

In che senso?

Nessuno ne parla. Non una riga. Non un insider. Non un collega cui strappare il report di giornata a un’idilliaca conferenza stampa nel salotto buono del paddock.

Il nulla più assoluto. Solo un gruppo di appassionati che posta filmati on line di cotanta poesia da corsa. Quando l’impossibilità dei test in Formula 1 fa passare il resto del pianeta delle corse come un antiquato e obsoleto dinosauro tecnologico. Incapace di dare risposte immediate a chi non sappia concentrarsi involontariamente per più di 20 secondi. La durata standard di un filmato su TikTok.

Eppure, sempre eppure.

Tante volte le spettacolo è tale in quanto spettacolo in sé. Se Le Mans (per le stesse ragioni portate avanti dalla “governance “della F1) dovesse diventare improvvisamente una gara di 25 ore credo non sarebbe qualcosa di necessariamente “migliore”. Né meglio, né peggio, ma solamente di diverso.

Estremamente diverso.

Per un Circus che da tempo abbia rinunciato a svolgere test in pista, il mondiale di durata, con tutto il suo carico di storia e tradizione sembra non voler seguire il medesimo dogma imprescindibile delle corse: il collaudo. E tutto ciò che ne deriva sia in termini organizzativi che gestionali inerenti le competenze di una squadra corse pronta a confrontarsi con gli avversari, direttamente in pista.

E non in altro loco.

L’antitesi di una disciplina (mediaticamente parlando), legata a una percezione dell’evento in sé non necessariamente e perennemente sovraesposto. Un campionato che preveda 7 appuntamenti rispetto ai 23 (il più alto numero di sempre in 74 edizioni del mondiale di F1) per le monoposto della massima serie in questa stagione. Quali ragioni concrete portano ad avere un mondiale sviluppatosi su di un calendario che preveda meno di un terzo degli appuntamenti previsti nel Circus?

Quello che tra le tante altre cose i numeri nel motorsport dicano di questo confronto.

Cose in grado di far emergere intenzioni e volontà diverse, tra diverse discipline a motore. È possibile concepire un mondo alternativo, che ancora preveda sessioni di collaudo e prove al di fuori dei fine settimana di gara? Il WEC pare dire di sì, mentre la Formula 1 riluttante si astiene dal rispondere, adducendo condizioni di rinnovabilità non necessarie ma assolutamente indispensabili, per tenere alto il tenore dello spettacolo offerto allo spettatore di turno.

Logico?

Razionale?

Rigoroso?

Tutto ciò che un vulcaniano con madre terrestre come il dottor Spock avrebbe ammesso, di fronte a una situazione profondamente incoerente einsensata:

“Ciò è illogico Capitano”.

No, è solo Pasqua mi dico. Cristo il terzo giorno è resuscitato. Leclerc e quello scatto da ultima cena al Montana.

Volli, sempre volli… fortissimamamente volli.

A fronte, di un vero cambiamento.

Ancora da venire.

Foto di Giovanni Montinaro


Emiliano Tozzi

lunedì 3 aprile 2023

ARGOMENTI:     automobilismo piloti sport