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Historic Minardi Day 2023

L’Olanda era Imola

Historic Minardi Day 2023

È stato un paddock vivo più che mai quello che ha raccontato la settima edizione dell’Historic Minardi Day dal circuito di Imola.

Box stracolmi di gente, piloti e macchine. Zandvoort in Romagna viene da pensare. Vedendo l’intero popolo olandese acclamare le gesta del proprio idolo Verstappen, ancora una volta profeta in patria con la sua Red Bull. Invece solo Romagna, decisamente  accaldata e solatia, rispetto alle fredde rive piovose del mare orange.

Calore.

Tutta qui la differenza. Oppure se volete quella replica cortese in grado di non far apparire un Gran Premio di F1 come un immenso rave party diurno a cielo aperto. Un baccanale che poco o nulla possa avere a che fare col mondo dei motori.

O anche solo i suoi dintorni.

Sottili differenze da nuova era tecnologica. Ma pur sempre differenze. Come per Arturo Merzario, inseparabile dal suo bianco cappello da cowboy, che a 80 anni(!) nobilmente acclarati e compiuti scende ancora in pista. Tuta Sparco indossata pronto a calarsi in abitacolo, magari buttando un occhio alla sua A3 perfettamente restaurata, qualche box più in là. Calore che fa palpitare il cuore nel rivedere la Lotus 91, fautrice della prima vittoria in F1 di Elio De Angelis a Zeltweg ’82, piuttosto che la Lotus ’72 di Ronnie Peterson, primo numero uno da numerazione fissa nella storia della Formula 1. Bellissima la Shadow DN8 del ‘77, con numerazione a cifre invertite,(il 61 in virtù dell’abituale 16) con cui corsero Pryce, Jarier, lo stesso Merzario e Riccardo Patrese (presente ai box) nella sua stagione di debutto in F1.

Calore che ha fatto sobbalzare il cuore di tanti nel rivedere la 312 T5 di Gilles, l’ultima Ferrari aspirata pilotata dal piccolo canadese del Québec alle porte della nascente era turbo. Calore che lascia immaginare che il motorsport sia ancora un’emozione in cui la componente “rumore” abbia un’importanza fondamentale. Calore che raccoglie in un unico grande abbraccio l’emozione più autentica, figlia di quella Motor Valley che non manca mai di far conoscere la propria voce in ogni dove. Senza che il tempo con le sue inevitabile rughe possa segnare alcunché.

Anche il sorriso di Minardi tra la gente diceva questo.

L’Olanda era a Imola.

Dove per certo, la passione per le corse, non morirà mai.

 

Foto di Fabio Casadei


Emiliano Tozzi

lunedì 28 agosto 2023

ARGOMENTI:     f1 minardi vetrina