Un grande autore inglese del Novecento e la Romagna del Rinascimento
Il santo peccatore di Somerset Maugham: Caterina Sforza in un romanzo dimenticato
Prima de Il filo del rasoio e La luna e sei soldi, il giovane Somerset Maugham firmò nel 1898 The Making of a Saint, romanzo ambientato nella Forlì del Rinascimento, incentrato sulla congiura degli Orsi e sulla figura di Caterina Sforza. Poco noto in Italia, ma ancora ristampato in lingua inglese (l’ultima edizione è del 2017 per Forgotten Books), fu tradotto negli anni Sessanta col titolo Il santo peccatore, oggi fuori catalogo.
Sorprende la scelta di ambientare la trama nella Romagna del Quattrocento: una narrazione densa di azione, tensione morale e riflessione spirituale, che ha per protagonista un giovane nobile immaginario coinvolto negli eventi che portarono all’uccisione di Girolamo Riario. Attraverso un percorso fatto di errori, colpe e riscatto, il protagonista compie una metamorfosi interiore, che lo condurrà infine alla scelta monacale. Il titolo, The Making of a Saint, non è celebrativo, ma rappresenta un cammino esistenziale, una conquista faticosa di consapevolezza.
Maugham, poco più che ventenne, dimostra sorprendente maturità stilistica e psicologica, muovendosi con abilità fra personaggi storici e di invenzione. Utilizza cognomi reali – Orsi, Brandolini, Moratini – e costruisce un affresco credibile, sebbene non privo di imprecisioni storiche: il padre di Caterina è chiamato erroneamente Francesco (in realtà era Galeazzo Maria Sforza), e il numero dei figli è ridotto. Ma l’autenticità dell’impianto narrativo rimane forte, sostenuta – con ogni probabilità – dallo studio della monumentale biografia di Caterina Sforza scritta da Pier Desiderio Pasolini nel 1893, opera che circolò in Europa e potrebbe aver ispirato direttamente Maugham.
Il romanzo affascina per la sua ambientazione e per lo sguardo straniero capace di restituire, con eleganza e rispetto, una pagina drammatica e gloriosa della storia forlivese. Nonostante lo stesso autore lo abbia poi definito un semplice esercizio di stile, The Making of a Saint merita oggi una riscoperta. Non solo per il suo valore letterario, ma perché dimostra quanto la storia di Forlì e di Caterina Sforza abbia saputo valicare i confini e parlare al mondo.
Scoperto per caso grazie alla professoressa Silva Marzetti Dall’Aste Brandolini (appartenente per matrimonio all’antica famiglia forlivese), il libro riemerge oggi come un piccolo gioiello dimenticato, da rileggere e magari ristampare in una nuova, moderna edizione italiana. Farlo significherebbe restituire alla nostra città un importante tassello della sua identità culturale, attraverso la voce di uno dei più grandi romanzieri europei del Novecento.
(NB - L’articolo integrale uscirà sul prossimo numero della rivista «Confini» della casa editrice Il Ponte Vecchio)
Marco Viroli
giovedì 24 luglio 2025