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L’ascesa del Martinetor

L’ascesa del Martinetor

Disidratato a causa delle condizioni meteorologiche estreme, con la tuta semi aperta e sprovvisto di camelbak, stringe i denti e non molla, confermando di essere un guerriero. Era arrivato lungo nel giro finale del Buddh International Circuit, perdendo tutto il vantaggio su Quartararo, che cogliendo l’occasione lo aveva superato.

Jorge Martin però non è uno che molla facilmente, anzi: risponde all’assalto, sfrutta la maggior trazione in uscita e si prende la traiettoria dall’esterno, regalando agli spettatori uno dei sorpassi più incredibili di questo GP India, poco prima di collassare nei box, stremato. Circostanza diversa, stessa determinazione anche lo scorso weekend, sulla pista di Motegi, durante il GP Giappone: pioggia torrenziale e pista allagata, al terzo giro commette un errore e finisce in ottavo. Apre il gas, sacrifica gomme e “buon senso” e in soli tre giri è al comando della gara. Quando i commissari di gara chiudono anticipatamente la corsa per maltempo, è di nuovo lui a salire sul podio.

Jorge Martin è anche questo. Nel 2021 aveva conquistato il titolo di miglior esordiente, scalando anche la classifica delle cadute più spettacolari. Ci aveva già da tempo abituati al suo stile di guida spericolato, che ricorda quello di Marc Marquez: pieghe folli, stile fisico e funambolico con angoli di piega impressionanti: i più spettacolari a detta del fotografo Fritz Glänze. Ci ha sicuramente sbalordito a inizio settembre a Misano: in perfetta versione “Martinetor”, con il bis di vittorie al Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, compresa la Sprint Race, portandosi a -36 punti da Bagnaia. Un weekend dominato come fosse un Re, all’insegna della perfezione, durante il quale lo abbiamo visto correre impetuoso sin dalla partenza, seminando la concorrenza e portandosi a casa il dodicesimo atto del mondiale MotoGP 2023, la seconda vittoria della stagione, la terza della carriera. Nato a San Sebastián, Spagna, classe 1998, Martin inizia la sua scalata nel mondo delle corse motociclistiche sin da giovane, all’età di 8 anni, dimostrando un talento innato. Corre nelle categorie minori con successo: dal debutto in Moto3 nel 2015, in sella a una Mahindra affidatagli da Jorge Martínez Aspar, dimostra di essere un assiduo frequentatore del podio. Nel 2017 passa alla ben più competitiva Honda, conquistando la prima vittoria a Valencia. Nel 2018 si laurea campione del mondo nella classe cadetta, confermando il suo status di promessa del motociclismo. Nel 2019 il passaggio in Moto2 dove continua a impressionare, dimostrando adattabilità e velocità in una categoria più impegnativa. Le sue performance attirano l'attenzione di squadre di primo piano nel mondo del MotoGP, aprendogli la strada al suo debutto nella classe regina. Nel 2021 il tanto atteso passaggio alla MotoGP, in sella alla Ducati Desmosedici del team Pramac Racing, la stessa moto sulla quale potrebbe vincere il Mondiale 2023 da non ufficiale. Uno spagnolo contro due italiani, fino all’ultima piega.

Foto Fabio Casadei


Luca Pennuti

mercoledì 11 ottobre 2023

ARGOMENTI:     motociclismo motogp sport