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Grande Kasino…

Grande Kasino…

Ricordate le orde barbariche a Maranello in febbraio?

Ricordate Giorgio il giardiniere e la sua motosega?

Ecco cari lettori. Ricordate. Come un fotogramma da fermare nella propria mente. A testimonianza di un passato che dopo appena tre mesi, sembra semplicemente e sideralmente lontanissimo.  Un dato di fatto a fronte della politica spicciola offerta dalla pista, che per un sesto posto mette democristianamente gli uomini Ferrari di fronte al dilemma del secolo.

“Swappiamo?”

Tra un Sir e un Principe, lasciando entrambi scontenti. Con Hamilton, che più di una volta  si apre via radio furente come un toro di Pamplona. Prima le gomme più morbide, poi il rimbrotto per averle sostanzialmente bruciate dietro a Leclerc, in seguito il via libera a tempo scaduto, quando la gomma media ha già dato il meglio di sé. Succede così, che il “great job” di Lewis al sabato nella sprint , finisca per diventare domenica un “come on guys” senza ritorno e senza speranza. L’evidente mediocrità per quanto la pista racconti. Di Leclerc non vale nemmeno la pena prendere in considerazione un qualsiasi team radio. Basta osservare il suo linguaggio del corpo in parco chiuso dopo la macchina demolita al sabato nella pioggia contro i guard rail prima ancora di prendere il via, e la domenica a gara conclusa. Lo stato dell’arte ferrarista. Risultato: nessuno dei due ha infine raggiunto Antonelli, con Hamilton che una volta restituita la posizione al compagno di squadra chiede piccato al muretto se per caso debba far passare anche Sainz. Salvo che lo spagnolo alla penultima curva con la sua Williams, tenti un assalto a baionetta innestata proprio con l’illustre suddito di Sua maestà britannica.

Togli cera dai la cera. Neppure il Maestro Miyagi potrebbe qualcosa di buono in un simile frangente. La coperta Ferrari è semplicemente stracorta, sia in termini tecnici che umani.

L’unica vera conclusione di questa opzione “strategica” da parte del muretto del Cavallino, è stata l’autentica incazzatura dei due nobili conduttori Rossi. Certo per motivi diversi, ma al tempo stesso molto simili. Hai voglia a estrarre potenziale. Più che spremere la macchina si è finito con lo spremere la spyche dei piloti, già piuttosto provata. Il tutto per soli 16 punti, collezionati in toto tra sabato e domenica dalla Rossa a Miami.

La banale, dura e sconfortante realtà.

 “Grande Kasino”. Diceva un noto filosofo austriaco anni ‘70, due volte iridato a Maranello.

Ecco. Forse Lauda e il suo ”Grande  Kasino” potrebbero descrivere compiutamente l’attuale fotografia del presente Ferrari in Formula 1.

Altrimenti non fosse stato per la prima pole di Antonelli, cosa avremmo finito per ricordare della gara di Miami?

 


Emiliano Tozzi

giovedì 15 maggio 2025

ARGOMENTI:     automobilismo f1 sport