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Quella C di Colombo (e Correa)

Quella C di Colombo (e Correa)

Alla vigilia della 4 Ore di Imola non abbiamo certamente portato fortuna con le nostre parole a Juan Manuel Correa, costretto ancora ai box da malanni fisici che ne stanno ostacolando il ritorno a tempo pieno alle gare che contano. Per il pilota statunitense di origini ecuadoregne il debutto nel campionato ELMS non è avvenuto nemmeno all’Enzo e Dino Ferrari, seconda prova del campionato europeo Endurance, dopo la forzata rinuncia per i medesimi motivi alla vigilia della prova d’apertura del Paul Ricard.

La frattura da stress al metatarso del piede sinistro non gli ha concesso tregua, dilatando ulteriormente tempi di recupero decisamente maggiori rispetto a quanto inizialmente preventivato dallo staff al seguito dell’ex pilota di Formula 2.

Cose che obbligano a tener duro. Quando nemmeno il coraggio e lo stringere i denti sembrano dare i risultati sperati. Attendere. Come un saggio sulla riva del fiume. Augurandosi che la propria tenacia possa essere più forte delle avversità del presente, nel vedersi costretti a lasciar necessariamente spazio alle velleità di altri giovani colleghi.

Uno per tutti, Lorenzo Colombo, classe 2000 da Legnano.

Due gare e due centri in avvio di campionato per il pilota lombardo, al fianco di un altrettanto giovane ma già più esperto Louis Delétraz  (figlio di quel Jean Denis pilota di F1 negli anni ’90 con Pacific e Larrousse, prossimo Grand Marshall alla 24 Ore di Le Mans) e Ferdinand Habsburg. Un principe “vero” col vizio del piede pesante e una 24 Ore di Le Mans conquistata a 24 anni sempre in LMP2.

Successi che fanno il pari con gli ottimi risultati ottenuti da Colombo nel mondiale WEC ancora in coppia con Delétraz, ma con Robert Kubica nelle vesti di terzo pilota. Quanto dovrebbe bastare per valutarne positivamente le capacità in possesso del neo acquisto del team PREMA ripensando alla prestazione monstre messa in mostra dall’italiano nella 6 Ore di Spa con condizioni di asfalto decisamente difficili, a metà tra asciutto e umido.

Una sensibilità  per il limite non comune, che racconta una generazione di piloti italiani pronta a farsi largo nelle gare Endurance a pieno diritto. I piani Ferrari prevedono per il 2023 il debutto nella categoria regina delle Hypercar e il concomitante ritorno del Cavallino rampante sul circuito della Sarthe, esattamente 50 anni dopo quell’ultima apparizione di Merzario e Pace sul podio di Le Mans con la loro 312 PB.

Colombo, Rovera, Fuoco.

I prototipi come penna con cui scrivere il loro futuro nelle corse.

Per ora accontentiamoci di una prima lettera.

Di una C a capoverso di questa nuova storia.

La C di Colombo e Correa.

Quando la parola Coraggio (in un senso o nell’altro), significa ancora qualcosa.

Oltre i semplici risultati della pista.

Foto Fabio Casadei


Emiliano Tozzi

giovedì 26 maggio 2022

ARGOMENTI:     automobilismo imola sinfonia motore