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Alba Rossa

Una nuova epoca delle corse Endurance sta per raggiungerci

Alba Rossa

L’alba.Già.Proprio lei.

Col suo crepuscolo mattutino. Quando i fari delle vetture cominciano a spegnersi e la visione della pista per il pilota comincia a cambiare, delineandosi più chiaramente nell’orizzonte stagliato intorno a lui.

 

Sempre un momento delicato. L’alba.

La pupilla, ancora dilatata dopo ore di guida nel cuore della notte di una 24 ore può giocare brutti scherzi, mentre si viaggia sul filo dei trecento all’ora. La percezione si altera, i riflessi sul volante rallentano. E quella linea diritta verso l’infinito davanti a te da percorrere a tutta velocità, diventa istantaneamente il tuo personalissimo mondo della felicità. O la porta più prossima all’inferno delle corse.

Un’alba così a Imola,  sopra le Finali Mondiali Ferrari. Domenica. Ultimo giorno di una liturgica festa che a Le Mans s’impara a conoscere fin troppo bene, nell’essere involontariamente quell’adepto solerte e fedele delle gare di durata. Un’alba che racconta della nascita ufficiale della Ferrari 499P agli occhi del mondo, esattamente 50 anni dopo quell’ultima partecipazione con la 312PB, per contendere la vittoria assoluta da parte del Cavallino a Le Mans. Un prototipo in grado di racchiudere in sé quanto di meglio l’atelier Ferrari sia in grado di confezionare , dando fondo a piene mani, alle proprie capacità tecnico creative.

Un’alba sulla propria storia, su quegli uomini che hanno deciso di tornare sulla Sarthe dopo mezzo secolo. Un atto di coraggio per un lucido gioco. Non solamente sopra la follia delle corse. Apparentemente incerto. Perché la 499 nella sua disarmante bellezza non lascia nulla al caso. Raccoglie consensi con disarmante e impressionante facilità,essendo semplicemente se stessa. Padrona di un’avvenenza chiamata a determinare un cambio epocale nel mondo delle corse. Una biposto nata per essere Regina. 6 cilindri a V dalla bancata aperta a 120°, biturbo ibrida. Quattro ruote motrici a scaricare a terrai 700 cavalli della propria unità motrice. 499. Numero che identifica la cilindrata unitaria del motore, come piaceva a Enzo Ferrari, seguita dalla lettera P. In questo caso acronimo della parola “Prototipo”. Tecnologia e sentimento. Mentre la vera madre (anche solo putativa) di questa nuova nata sta a pochi passi da lei, nelle forme della 330 P4 vincente a Daytona  nel ‘67. L’ultima Ferrari iridata ad abitacolo chiuso nel mondiale riservato alle vetture Sport. Entrambi bellissime. Stesso modo di concepirne il nome, tra numeri e lettere (330, la cilindrata unitaria del motore e la P di prototipo, più il 4 a identificarne il numero progressivo di serie del progetto). Stesso identico DNA. Auto nate in un frangente difficile della vita Ferrari, quando la F1 regala al Cavallino davvero poche soddisfazioni.

L’alba di una nuova epoca delle corse Endurance sta per raggiungerci. Con l’idea quasi ovvia (anche se del tutto bonaria) di volerci emotivamente investire.

Alba Rossa.

Sopra i cieli di Imola.

Per #EssereFerrari, ora più che mai.

Non solo in Formula 1.

 

 

Foto di Fabio Casadei


Emiliano Tozzi

domenica 30 ottobre 2022

ARGOMENTI:     automobilismo ferrari imola