Mal di Norris..
Il punto del Martedì
Mal gliene colse. Mal gliene viene.
Mal. Mal di esistere, a quanto pare.
Oppure, come nel caso del nostro protagonista mal di correre. Senza (all’apparenza) essere all’altezza del compito assegnato. Insomma, vada come vada, parlare oggi di Lando Norris sembra di dipingere un quadro contemporaneo di difficile comprensione…senza nemmeno l’avallo di una possibile laurea in “pippologia” (lo so…un neologismo di pregevole fattura estremamente efficace).
Invece.
Invece, se proprio di male vogliamo parlare dovremmo avere ben presente cosa sia l’odierna Formula 1. Un complesso cubo di Rubik dove a una mossa ne sono collegate almeno altre sei. Tanto per gradire e senza dimenticare come tra pilota e muretto la bilancia degli equilibri penda a favore del secondo, senza alcuna possibile smentita. Ecco perché l’accanimento terapeutico del dileggio (pratica pressoché diffusa a qualsiasi livello, se non sei brutto sporco e inevitabilmente molto cattivo) nei confronti di chi non venga considerato un “vincente” a prescindere è se non altro limitante, sia in termini di giudizio che di obiettività.
Equiparare Lando Norris alla figura del “perdente nato” è prima di tutto un’affermazione errata nella sua genesi, partendo dal presupposto che il solo vincere non può essere la pietra di paragone per il proprio impellente giudizio. Meglio un negativo da lastra fotografica. La stessa immagine da un altro punto di vista.
E allora al grido di “Lando è un pirla”, ci si accorgerebbe di alcuni dati interessati.
Che Norris, come solo altri 4 piloti nella storia della F1 (Jack Brabham, Graham Hill, Denny Hulme e Keke Rosberg) si trova potenzialmente nella condizione di poter diventare campione del mondo lo stesso anno in cui abbia vinto il suo primo Gran Premio. Cosa né banale e tantomeno scontata. Un salto quantico in termini di capacità e loro applicazione. Che sempre il solito vituperato Lando (mi raccomando…non quello dei fumetti) dal Gran Premio di Gran Bretagna a oggi è stato comunque in grado di recuperare a Verstappen 37 punti, nonostante la mancata capitalizzazione McLaren di Ungheria e Italia, quando a vincere e a giungere davanti a Lando, è stato il compagno di squadra Piastri.
Già. La capitalizzazione McLaren.
La stessa che fece desistere Lando dal provare a vincere a Silverstone lo scorso anno il suo primo Gran Premio. La stessa mette il proprio pilota di riferimento nella posizione di dover dubitare delle sue stesse capacità. Last but not least.
Lando arrendevole con Mad Max. Il Messico lo dimostra. Ancora già.
Peccato che le ruotate austriache con l’olandese abbiano fatto perdere a Norris 25 punti pressoché assodati. E forse, quei 47 punti che oggi distanziano i due contendenti al titolo racconterebbero un altro copione.
Mal di correre? No. Mal di Norris. Tutto qui.
Emiliano Tozzi
mercoledì 30 ottobre 2024