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Una serata con Paolo Beltramo, nel ricordo del SIC

Presente il noto giornalista alla Segavecchia, tra tante risate e attimi di commozione

Una serata con Paolo Beltramo, nel ricordo del SIC

Quando l'amicizia rappresenta una forma di amore. L'esempio di un legame così forte? Quello tra Marco Simoncelli e Paolo Beltramo. Il primo, indimenticato campione di motociclismo che la malasorte ci ha portato via in una tragica domenica d'ottobre del 2011; il secondo, giornalista ed opinionista “old style” che ha raccontato e racconta con il cuore, lontano dalla logica di schemi imposti dall'era moderna e dal business, il Motomondiale.

Lo ammette lo stesso Beltramo. Raccontare “una persona spontanea e naturale, dalla semplicità incredibile” è difficile. Perchè “Super Sic” era ed è uno di noi. Di quelle persone genuine e trasparenti, con cui dividere un tavolo al bar per una maraffa o una briscola o dare due calci al pallone in mezzo alla strada. “E' il pilota a cui sicuramente ho voluto più bene e l'amicizia è una forma di amore - dice Beltramo -. Mi manca da morire e tutti i giorni lo penso più di una volta. Vedo il suo numero di gara, il 58, apparire ad esempio nel conta chilometri, in cartelli o sull'orologio. Secondo me Marco c'è ancora perchè continuiamo ad abbracciarlo, tenendolo vicino a noi con il nostro affetto”.

La presenza di “Super Sic” si è fatta sentire anche al Teatro Verdi in una serata organizzata nell'ambito dell'edizione 2024 della Segavecchia dallo staff di “Rombi di Romagna”, capitanato da Filippo Ambrosini, alla presenza anche della sindaca Milena Garavini e di Mirco Campri, presidente dell'Ente Folkloristico e Culturale Forlimpopolese. “Era consapevole di vivere il sogno che aveva da bambino e mi consola il fatto che se ne è andato felice - il pensiero del giornalista -. E' entrato nel cuore per la sua personalità e il suo modo di correre. Sono convinto che avrebbe potuto vincere il campionato anche in MotoGp. Ed era così appassionato che secondo me sarebbe in pista anche oggi a 37 anni”.

“Super Sic” è sinonimo di autenticità, ma anche di solidarietà. E il ricordo della tigre di Coriano vive anche attraverso la Fondazione Marco Simoncelli, che opera nell'ambito di progetti umanitari e che ha realizzato tra le molteplici attività una struttura per disabili a Coriano, inaugurata nel 2019: “Era molto sensibile verso le persone meno fortunate - ricorda Beltramo -. Era spontaneo verso tutti. Ho la convinzione che se Marco fosse stato ancora in vita ci avrebbe pensato lui a crearla”. Marco Simoncelli, uno di noi che riesce tutt'oggi a trasformare il dolore in uno splendido arcobaleno. Alzate gli occhi al cielo: c'è un 58 colorato. “Diobò, che bello!”.

 

Foto di Fabio Casadei


Giovanni Petrillo

domenica 10 marzo 2024